la musicista

Mostra Bonanni

24/01/04-24/02/04
presentazione catalogo
mostra Bonanni

ASTREA AMADUZZI: musicista

Durante l'inaugurazione della mostra dell'artista Bonanni, la musicista ha omaggiato i presenti con l'Inno "Ave Generosa", un canto medievale della monaca benedettina Hildegard von Bingen autrice anche di una notevole quantità di lavori musicali, raccolti sotto il nome di "Symphonia harmoniae celestium revelationum", diviso in due parti: i "Carmina" (canti) e l' "Ordo Virtutum" (La schiera delle virtù, opera drammatica musicata).

la musicista                 la musicista

Biografia:
M° Astrea AMADUZZI
musicista

la musicista in concerto

Astrea Aaduzzi inizia gli studi musicali come flautista, e solo successivamente, scoprendo una voce di ampia estensione e particolare brillantezza, intraprende lo studio del canto. Pur essendo avversa all'accademismo, da allora è iniziato per lei un percorso tecnico ed artistico di costante crescita; risultata infatti tra i vincitori del concorso lirico internazionale "Angelica Catalani" e finalista in molti altri; frequentato stages ed accademie con Leone Magiera, Claudio Desderi, Enzo Dara e Barbara De Maio, nonché con l’Accademia Lirica Mantovana e la Fondazione Toscanini, esibendosi anche in occasione dei festeggiamenti per il Centenario Verdiano.
Ha eseguito concerti con la Rimini Chamber Orchestra, con la Camerata Strumentale di Prato, con l’Orchestra Sinfonica del Teatro di Pisa ed ha cantato per l’Accademia Chigiana di Siena, partecipando agli allestimenti di “Rigoletto”, “Don Carlo” e “Le Nozze di Figaro”. Attenta studiosa del repertorio barocco, cui si dedica con passione, lavora in formazioni dal duo all’orchestra da camera, occupandosi anche di ricerche musicologiche. E' fondatrice e direttrice dell'Ensemble "La Compagnia di Orfeo", con il quale tiene numerosi concerti in tutt'Italia, proponendo anche repertorio tradizionale europeo, che nel 2004 compirà la sua prima tournee in Canada.
L'alleanza artistica con il "Centro Agathé per l'Arte e la Scienza", e quella con il regista e autore Alberto Macchi, sono risultate particolarmente stimolanti per la sua creatività, tanto che la musicista ha iniziato una serie di ricerche sulla musica dell'Europa popolare per eventi culturali, con concerti a tematiche differenti, oltre confini di tempo e spazio.
(Dott.ssa Franca Mattucci)

audioAve generos (soprano: Astrea Amaduzzi, organista: W. D'Arcangelo) (3151 Kb)
audioQuand je bois du vin clairet - Francia (1406 Kb)
audio I rambled onle- Irlanda (1090 Kb)
audioArdlamon Irlanda (violino solista: P. Troilo) (2598 Kb)


Una musicista si racconta nel suo contatto con il pubblico

Intervento di Astrea Amaduzzi per il Convegno di Riccione sulla "Comunicazione-Contatto"

"Esistono vari tipi di contatto, ma io mi occupo di qualcosa che è più simile ad una catena che si origina in remoti luoghi spazio-temporali: io analizzerò di seguito il contatto legato al mondo dei suoni e della musica.
C’è un momento magico, nella vita di ciascun musicista vero, in cui avviene la scoperta del profondo sentire dei suoni. Per una serie di circostanze più o meno casuali, che variano dalla predisposizione genetica alle possibilità che la vita pone, accade che un suono o una successione di suoni, o un frammento musicale, passando per la porta delle orecchie, venga recepito in modo differente rispetto a come accade normalmente. E’ quello il momento in cui l’insieme di vibrazioni acustiche artistiche, stimolando sottilmente la sensorialità, entrano in contatto con lo spirito, generando emozioni nuove. Questa è stata la maniera in cui, a grandi linee, il mondo della musica è entrato in contatto con me.
Da quel momento, anche in me è sorto spontaneo il forte desiderio di entrare nella dimensione magica del mondo dei suoni; desiderio talmente intenso da farmi superare brillantemente tutte le difficoltà dello studio della musica con le sue complesse materie.La potenza del contatto con le sonorità artistiche è riuscita perfino a farmi superare l’accademismo e il dolore dello sfruttamento da musicista “in erba” al quale in genere ogni artista del mondo dei suoni è più volte sottoposto.
Dunque ecco i primi anelli del contatto con l’arte della musica: il primo è costituito dall’energia vibrante dall’origine del cosmo fino all’istante presente. Il secondo è fatto dall’insieme dei fenomeni acustici (sollecitazione del corpo vibrante, vibrazione acustica, ricezione della vibrazione). Il terzo anello è l’”aggancio” saldo del modo in cui l’anima di chi ascolta, per un fenomeno che ha del miracoloso, si trasforma in emozione. In effetti non posso trascurare un dato per me importante, ossia il mio punto di vista da musicista: quando io canto o suono, divento “trasmettitore” di un codice che non tutti sanno leggere, ma che tutti, a prescindere dalla lingua parlata o dalla cultura di appartenenza, possono recepire se tradotto, a meno che non si abbiano danni all’apparato uditivo.
Faccio un esempio: non tutti sono in grado di prendere una melodia o una partitura del 1600, scritta in notazione musicale, ed eseguirla; per compiere quest’azione occorre che il musicista prenda la musica stampata, che è un codice di scrittura, e la converta nell’insieme di suoni che costituiscono il brano musicale. Il fenomeno è ancora più complesso se si pensa che il musicista entra in contatto con la sensibilità del compositore, magari ormai scomparso da tre, quattrocento anni o forse anche più, e rimette in vibrazione il profondo sentire di quest’ultimo, una parte del suo mondo, della sua psiche e delle sue visualizzazioni mentali ed emotive squisitamente astratte.
La cosa non finisce qui, dato che il musicista non interpreta quasi mai per se stesso, ma per gli altri, ed entrando in contatto con il compositore e con il proprio strumento musicale, fa scorrere le note nella propria anima, arricchendole anche del proprio vissuto interiore, e consegna questo codice quasi medianico proprio al pubblico. Dunque, l’Energia propria del compositore entra in contatto con il pubblico per mezzo dell’interprete, a sua volta ponte di contatto tra chi crea e chi ascolta.Il grande direttore d’orchestra Bruno Walter diceva con molta modestia: “Io sono solo un postino”, uno che consegna messaggi; ma a mio avviso il mondo dell’arte non è fatto di telegrammi.
La mia esperienza mi ha fatto capire che non c’è cosa più bella che entrare in sintonia con il pubblico, instaurando con esso un contatto che è fatto di vibrazioni, sguardi, gestualità e soprattutto di magnetismo, figlio diletto di un mondo arcano, misterioso e magico, che è ancora in mezzo a noi
".

Roma, settembre 2003


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