mio nonno Guido 
Feliziani Guido, mio nonno (ramo materno), meglio conosciuto come «lu ferrecavalle». soprannome che è servito ad identificare tutta la famiglia di mia madre.

Le ricette di zia Lola e i biscotti in onore di mio nonno
(maniscalco in Grottammare)

libro - ed. 1996

«Li biscuttije a ferre de cavalle»: così a pag. 168 del libro Le ricette di zia Lola (ed.1996) ho letto con sorpresa e profonda riconoscenza verso l'autrice che esiste un dolce che per la forma (ferro di cavallo) fa immaginare l'esercizio di un antichissimo lavoro che mio nonno esercitava in via XX settembre di Grottammare: il maniscalco(1). Mio nonno esercitava in bottega, ma il suo maggior lavoro lo svolgeva presso le case coloniche del territorio.(2)
Nella prefazione della descrizione del dolce, Lola così ricorda... Quando penso ai biscottini a ferro di cavallo, mi torna in mente il maniscalco di via XX Settembre (la mia via) davanti alla cui bottega dovevo passare con gran 'fifa' per i cavalli che spesso, mentre venivano ferrati, si imbizzarrivano...
Non ho conosciuto mio nonno, perchè è morto nel '43, ma incontro spesso persone che lo ricordano con affetto e simpatia soprattutto per i suoi grossi "baffoni".
La sua bottega era quella dove negli anni '70 esercitava il mestiere del sarto Vecchiotti Giuseppe. Per chi non ricordasse questo particolare, aggiungo che la bottega era di fronte all'ingresso del cinema Sibilla. Oggi non esiste più perchè il caseggiato è stato completamente ristrutturato.

Lola Rivosecchi 

Riporto integralmente il testo con cui Lola Rivosecchi Voltattorni ci invita a preparare un dolce che si faceva e si fa a Grottammare.
«...Ingredienti: gr. 300 di farina, gr. 150 di burro o margarina vegetale (una volta si usava lo strutto) , gr.80 di zucchero, scorza grattuggiata di un limone, n°2 uova, un pizzico di cannella in polvere.
La preparazione: Sulla spianatoia disponetela farina a fontana con lo zucchero al centro e il burro (o la margarina) a pezzetti che ammorbidirete con le mani, aggiungete un tantino di sale e la buccia di limone.
Amalgamate tutto senza maneggiare la pasta per troppo tempo.
Fate dei rotolini della lunghezza di circa 12-13 cm. e incurvateli a ferro di cavallo. Imburrate e infarinate la placca del forno e allineateli sopra. Fateli cuocere a forno caldo (150°C) per 10-15 minuti. Appena raffreddati, cospargeteli di zucchero vanigliato
...».

Note
(1) - Storicamente, l'arte del maniscalco si sovrapponeva in parte a quella del fabbro; i ferri venivano infatti forgiati al momento, e su misura, secondo le necessità dei cavalli. Attualmente l'ampia dispobilità commerciale di ferri di cavallo già pronti rende inutile il loro confezionamento, ma è comunque richiesta una certa competenza nella lavorazione del ferro per i necessari adattamenti che vengono attuati a freddo o a caldo con i tradizionali attrezzi del fabbro (fucina, incudine, mazza).
L'atto dell'adattamento e dell'applicazione del ferro non esaurisce il compito del maniscalco; infatti, una importante fase della ferratura è il pareggio, che consiste nell'asportazione dell'eccessiva crescita delle varie parti dello zoccolo rivolte verso il suolo (muraglia, fettone, suola, barre).
Il maniscalco intelligente, con la sua abilità, riesce a vincere poco a poco l’indocilità presente spesso nei puledri alle prime ferrature. Il suo compito è quello di svolgere una saggia ferratura a piedi normali, difettosi e malati: deve forgiare e adattare verghe o piastre metalliche al piede, pur mantenendo o riportando l’originario equilibrio dello zoccolo.
Quadro rapprentante Il maniscalco (olio su tela juta - cm.100x80) del pittore Ruggero Valentini.
(2) - Veniva chiamato anche per ferrare i buoi da lavoro. Al maniscalco erano necessarie due caratteristiche primarie:
  • prestanza fisica
  • abilità.
    La prestanza fisica gli era necessaria per assolvere bene il lavoro, sia se ferrava da solo o con l'aiuto di qualcuno. Cavalli recalcitranti, pur ben contenuti, richiedevano forza fisica e sicurezza nell'esercizio del proprio lavoro. Con abilità non si allude solo alla conoscenza generica dell'arte del ferrare, in ogni caso imparata, ma anche alla conoscenza del piede sano, difettoso e malato. ferrata dei buoibuoi da lavoro.

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