Tratto dal sito "AGI on line" del 5 aprile 2005

CENTRO STUDI LEOPARDIANI NON SAPEVA DI APERTURA VILLA GINESTRE
(AGI) - Recanati (Mc), 18 apr. -
Al centro nazionale di studi leopardiani di Recanati non ci sono rimasti bene nell'apprendere dai giornali dell'avvenuta riapertura della restaurata Villa delle Ginestre a Torre del Greco, sulle pendici del Vesuvio, che l'amico napoletano di Leopardi, Ranieri, metteva a disposizione del poeta nei mesi estivi e dove improvvisamente Giacomo mori' il 15 giugno 1837. Quasi certamente il centro non solo avrebbe ambito ad essere informato ma anche invitato alla cerimonia. Dispiacere accentuato se si considera che fu proprio il centro leopardiano marchigiano ad adoperarsi perche' la villa, ridotta in pessime condizioni, attraverso la legge "Leopardi nel mondo", promossa dal direttore del centro, Franco Foschi, fosse restaurata con i finanziamenti destinati ai luoghi leopardiani.
   Per Villa delle Ginestre fu erogata dalla giunta nazionale leopardiana con sede a Recanati presso il centro studi la somma di 206.582 euro. La villa e' stata ora data in gestione alla universita' "Federico II" di Napoli.
   Essa ospitera' la biblioteca di Nicola Ruggiero, il professore che e' stato ospitato a lungo dal centro studi recanatese e che, cercando una destinazione ai suoi libri, li aveva proposti a Recanati, ma sarebbero stati un doppione inutile essendo gia' presente nella biblioteca del centro la piu' ricca documentazione italiana su Leopardi: 6.500 libri, 4.100 miscellanee, 20 testate di riviste, 260 tesi di laurea e di dottorato, 18 mila ritagli di giornali, 300 spartiti di musica ispirati al poeta, 2000 volumi della costituenda biblioteca mondiale della poesia.
   Quanto ai cimeli che saranno conservati nella villa, dispiacque alla famiglia Leopardi la consegna da parte di Ruggiero di una manciata di cannellini, supposto residuo di quelli succhiati da Leopardi il giorno precedente la morte, al museo del confetto di Sulmona dove sono esposti al pubblico.
   Pare che Ruggiero li avesse avuti dagli eredi del portiere che fece la pulizia del letto di morte di Leopardi.