tratto da: http://www.cattolicigenovesi.org/vita_giu01.html

IL TRAPIANTO È VITA

Questo si afferma perentoriamente nel manifesto che pubblicizza
LE GIORNATE PRO "DONAZIONE" DEGLI ORGANI.


Certamente vero, sia pure con non poche riserve, riguardanti le condizioni di vita del trapiantato ...., MA PARZIALMENTE INCOMPLETO
Dell'espianto degli organi da un soggetto dichiarato in "morte cerebrale" che continua a respirare, sia pure in maniera ausiliata, il cui cuore batte, la cui circolazione sanguigna e le altre funzioni sono efficienti, si continua a non parlare.
"Il postulato della cosiddetta "morte cerebrale" (secondo cui la morte di un uomo coinciderebbe con la problematica morte del suo cervello) e le relative modalità di accertamento medico-legale possono dirsi ineccepibilmente, universalmente e unanimemente accettati da tutta la comunità scientifica? Ha fondamento scientifico una definizione legale di morte basata sulla cessazione di "tutte" le funzioni proprio dell'organo universalmente riconosciuto come il più misterioso e inesplorato che esista? Potendo decidere, quale moribondo, il cui cuore batta regolarmente e il cui sangue circoli spontaneamente, accetterebbe in quelle condizioni di farsi rinchiudere in una bara per essere sepolto o gettato nel forno crematorio?
La morale tradizionale può dirsi superata? E se si, da chi e da che cosa?
L'accertamento di una vita umana al tramonto può diventare un atto buono e "dovuto" se finalizzato al prolungamento di un'altra vita umana ritenuta più utile? E' giusto tacciare di egoismo e inciviltà chi non accetta di diventare t'donatore" , non volendo essere dimissionato per legge dal suo stato di vivente solo perchè la sua vita residua sarà per convenzione considerata dai suoi simili insopportabilmente onerosa, qualitativamente scadente e socialmente inutile? Da chi, dove, quando e perchè fu commissionata ad alcuni scienziati americani la ri-definizione della morte e l'arretramento dei paletti della vita con l'invenzione della "morte cerebrale"?
Perché la radicale rivoluzione bioetica legata al concetto di "morte cerebrale" stata accolta senza clamore, acriticamente, quando non addirittura con entusiasmo, sorprendentemente anche da coloro che, in altri casi, si pensi all'aborto e all'eutanasia, continuano a difendere drasticamente come sacri e intoccabili sia l'alba sia il tramonto di ogni vita umana?
SI PUO' CONTINUARE A TACERE, A DISINFORMARE, A COPRIRE LE TRAGICHE OMBRE DELL'ESPIANTO SOTTO IL MANTO SPECIOSO DELLA SOLIDARIETA' ?

Per Il Presidente           
Il coordinatore provinciale           
CARLO BARBIERI
           


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