Sono il socio più che trentennale Alberto Silvestro, tessera TCI n. 2929426J.
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Colgo l’occasione per segnalare che, a marzo scorso, ho acquistato il volume Marche. Viaggio attraverso le regioni italiane, edito da 2002FININTERNET S.p.A.
Dalla lettura sono emerse alcune lacune ed imprecisioni relative a Grottammare. Di conseguenza, anche seguendo l’esempio di Michele Rossi, ho scritto al Sindaco di Grottammare (prof. Massimo Rossi), la seguente lettera:
«AA. VV., Marche, Fininternet 2000, euro 5,18.
Nel numero 8 del settimanale diocesano L’Ancora del 2 marzo u.s., pubblicato a S. Benedetto del Tronto, è apparsa una “Lettera al Sindaco di Grottammare”, di Michele Rossi. Con tono apparentemente scherzoso, ma sicuramente addolorato e preoccupato, Michele informa Massimo Rossi (Il caso vuole che ci sia un’omonimia senza alcun legame di parentela con il primo cittadino) che è stato messo in pensione con un anticipo di due mesi rispetto alla naturale scadenza del mandato, in quanto Grottammare non c’è più, è scomparsa: infatti, nel volumetto in esame, distribuito insieme al quotidiano Il Messaggero a Roma, ed al Resto del Carlino nelle Marche, nelle prime 180 pagine la patria di Sisto V e di Pericle Fazzini (tanto per citare solo due dei suoi illustri figli) non compare mai.
Me ne ero reso conto anche io, indipendentemente dall’amico Michele, avendo acquistato il volumetto a Roma. In un primo momento avevo pensato di scrivere una lettera (da spedire vie Poste Italiane, ovviamente confidando che arrivasse, anche se non ne ero del tutto sicuro), ma non sono riuscito a trovare una strada ed una città cui riferirmi. C’è solo l’indirizzo di posta elettronica ma, per il momento, non posso servirmene per problemi al computer. Ho così messo da parte la bozza che avevo preparato. Dopo aver letto la lettera di Michele l’ho ripresa più per contestare la mancata menzione di Grottammare che per sviluppare una recensione che mettesse in evidenza il buono e il cattivo che vi si può trovare.
Ho apprezzato l’iniziativa di Michele, che coglie il lato umoristico sempre presente in tutti gli eventi di questo mondo. Io, invece, preferisco rivolgermi al tragicomico ed ipotizzo l’intervento di un serial killer o, in alternativa, l’esistenza di persone suggestionate dal crimine commesso da un primo malfattore, che ripetono ‘azione delittuosa. Ed ogni volta sul terreno cadono più di 14.000 vittime (gli abitanti di Grottammare). Il loro sangue rende vermiglio il colore del mare, dei torrenti e di tutta la superficie su cui cadono questi innocenti sventurati. Stranamente, invece, non diventa altrettanto vermiglio il volto degli autori della strage, per la vergogna, ad eccezione di chi da madre natura, fin dal battesimo fu dotato di quel colore.
Bisogna tornare indietro di una diecina d’anni, infatti, e soffermarsi sulla pubblicazione di una Guida Verde del Touring Club Italiano, dedicata alle Marche. Se sfogliamo le pagine progredendo secondo l’ordine alfabetico, superate le prime tre lettere (e qui si nota il grande risalto dato a Cupramarittima), quando arriviamo a G non troviamo Grottammare. Ma non è un peccato mortale, è solo veniale in quanto, giunti alla S, troviamo S. Benedetto del Tronto, città da cui partono alcuni percorsi diretti verso i centri vicini, tra cui Grottammare. A quell’epoca era ancor vivo Vittorio Rivosecchi, che non perse l’occasione per reclamare con il TCI e con il Comune, che non aveva fatto alcuna opposizione. Per conto mio, scrissi una lettera al TCI, rammaricandomi dell’omissione e confessando di sentirmi un socio “maltrattato”. Tra l’altro, ricordavo che qui, nel 1929, era stata istituita l’azienda di cura e soggiorno e che negli anni ’30, quando fu inaugurato l’albergo Moderno, vi si raccoglieva uno scelto gruppo di turisti, che frequentarono a lungo la spiaggia negli anni successivi e anche dopo la guerra.
Ovviamente a Milano avevano altro cui pensare. Nel 1999 diffusero la Guida rapida d’Italia in cinque volumi. Le Marche figurano nel terzo. Poteva non mancare Cupramarittima? No di certo. Poteva comparire Grottammare? Si, ma solo come dintorno di S. Benedetto. Altrimenti avrebbero dovuto smentire quanto riportato nella precedente Guida Verde.
Probabilmente gli autori dell’ultima guida si sono ispirati a quelle del TCI e, visto che c’erano, hanno fatto di più. Nella cartina a p. 103 Grottammare (dotata anche di casello autostradale) è sparita. Il suo nome non compare nemmeno nei dintorni di S. Benedetto. Invece, nella guida dei comuni, che conclude l’opera, non hanno potuto fare a meno di citare Grottammare e, anche se hanno limitato al massimo il loro scritto, basta confrontare quello che hanno riferito su Cupramarittima per avere una chiara sensazione che non si sono resi conto che si tratta di due realtà diverse, una di ottimo livello e consolidata da una tradizione di lunga data (Grottammare), l’altra di carattere non ancora giunto a piena maturità (Cupramarittima). Certamente ciascun lettore farà la sua scelta secondo criteri personali ed insindacabili. Tuttavia non si può fare a meno di esprimere dispiacere per una presentazione infedele della realtà, che falsa i parametri su cui basare la selezione del luogo da scegliere come sede delle proprie vacanze. Ciò forse è da attribuire alla imperfetta conoscenza dei vari siti da parte d egli autori, se vogliamo essere ingenui o buonisti, piuttosto che ad una forzatura imposta dall’esterno, se vogliamo essere realisti e cattivi, forse basata su notizie fuorvianti che potrebbero essere pervenute da consulenti o anche da prestigiosi enti culturali.
Le Marche, Grottammare compresa, sono tanto belle e suggestive che nemmeno un cattivo servizio di stampa può cancellarne le attrattive. Quindi non ci rivolgeremo all’ONU per essere autorizzati a scendere in guerra contro chi si è macchiato di così orribile colpa.
(a cura di Alberto Silvestro, via Cervino 1/b, 00141 Roma)»
Per amore di completezza trascrivo anche la lettera di Michele Rossi:
«Lettera al sindaco di Grottammare
Egr. Sig. Sindaco, non so se ha già avuto modo di leggere la guida dedicata alle Marche, in vendita da giovedì scorso con il quotidiano “Il Resto del Carlino” al prezzo di euro 5,18. Se non lo ha fatto, si è evitato un attacco di bile. Eh sì, perché sfogliando le belle pagine a colori avrebbe constatato che Lei non è più il sindaco di Grottammare. E’ vero che mancano pochi mesi alla fine del suo mandato elettorale, ma Lei non è più il nostro sindaco perché leggendo la guida … Grottammare non esiste!!! Cominciamo da pag. 16, nel capitolo dedicato alla “Storia”, si accenna all’ingresso nelle Marche dell’esercito piemontese nel settembre 1868, dopo la vittoria del generale Cialdini a Castelfidardo, e – di seguito - dell’annessione al regno d’Italia. Ma delle firma per questa annessione tra il re Vittorio Emanuele II e la deputazione partenopea avvenuta presso il nostro palazzo Laureati non v’è traccia. Proseguiamo a pag. 49, nell’articolo dedicato alle feste religiose inserito nel capitolo “Folclore Costumi e Tradizioni”, la “Sagra Giubilare” non sanno nemmeno cosa sia. E pensare che noi eravamo convinti di avere una festa unica e … famosa. Ma forse circa 1000 anni di vita sono ancora pochi. Andiamo avanti: sulla piantina pubblicata a pag. 103, a commento dell’articolo dedicato alla costa nel capitolo “itinerari”, il nome della nostra città non compare proprio. Non solo: due pagine dopo si viene a scoprire che la vicina Cupra Marittima (“rinomato centro turistico”) si distende tra il torrente Menocchia e il fiume Tesino; dopodiché si inizia a parlare di San Benedetto del Tronto. Quindi metà della nostra città è diventata proprietà di Cupra Marittima. Non è dato sapere, invece, se la zona compresa tra il fiume Tesino e il fosso Sgariglia è stata annessa alla municipalità sambenedettese e ha ottenuto lo stato di zona franca. Per concludere: la prima volta che Grottammare viene nominata è a pag. 189, quindi verso la fine, nel capitolo “Guida ai Comuni”, dove scopriamo che è un centro balneare con tradizioni enogastronomiche. Qui vi si può leggere: in dialetto “Le grotte”, il luogo è ricordato nei documenti sia al singolare che al plurale. E’ probabile che si riferisse ad una grotta naturale in cui si rifugiò una delle prime famiglie arrivate nei pressi ed intorno alla quale ne furono scavate altre.” Vuoi vedere che San Giuseppe e la Madonna … A parte gli scherzi, non è il caso che in qualità di primo cittadino si faccia sentire – a nome di tutta Grottammare – presso i promotori della suddetta guida per il trattamento così approssimativo riservato alla nostra città? Con cordialità
Michele Rossi»
Sullo stesso giornale diocesano, alla fine di marzo, è apparsa una lettera del sindaco, che non si trascrive.
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