Renitenza alla leva in epoca napoleonica a Grottammare

(L’Arancio n. 4, Natale 1991, p. 7)


1. Uno degli obblighi più dolorosi cui le popolazioni dello Stato Pontificio dovettero sottostare dopo il 1860 è senza dubbio quello della coscrizione obbligatoria come risulta, tra l'altro, dalle pagine con cui Joyce Lussu ne ha tramandato alcuni tratti fondamentali nella sua Storia del Fermano.
Non si tratta però di una imposizione del tutto nuova: già in precedenza, quando Napoleone aveva esteso il suo potere in Italia, i sudditi del Papa erano stati obbligati ad arruolarsi.
A quell'epoca risale un episodio relativo all'arruolamento di 20 marinai per le forze navali di stanza in Ancona, 5 dei quali da reclutare a Grottammare e i restanti in altri comuni del litorale piceno. Come risulta da documenti conservati alla Sezione toccata dell’Archivio di Stato di Fermo (Prefettura del Tronto, Marina, 1808-1815, busta 58).
Per svariate ragioni Grottammare e San Benedetto non rispettano le direttive. Di conseguenza il prefetto scrive a Gio. Batta Palmaroli, sindaco di Grottammare, una lettera pressante e minacciosa, che riportiamo quasi integralmente con la relativa risposta, firmata questa non dal Palmaroli, assente, ma dall'anziano Loy e dal segretario Agnelli.
Analoga lettera venne spedita alle autorità sambenedettesi.
Dalla lettura di questi fogli si ricava l'impressione che l'arruolamento fosse molto sgradito e che i cittadini ricorressero a tutti gli espedienti possibili pur di evitarlo, agevolati anche dalla benevola indolenza nell’espletamento dei propri compiti dimostrata dali amministratori locali, che potrebbe essere interpretata cpme una larvata forma di resistenza al nuovo regime.

2. Si trascrive la lettera n. 4934 del 20.3.1809 del prefetto:
« (…) Signor Sindaco di Grottammare
non posso ulteriormente ritardare l'invio in Ancona de' 20 marinari assegnati a questo Dipartimento. Tutti i comuni del Littorale hanno presentato il rispettivo contingente attribuito coll'ordinanza n° 4457. Cotesto Comune soltanto mi ritarda la trasmissione de' cinque marinari, uno de' quali dovuto per saldo della Leva del 1808. Io non so' conoscere la causa di tanta lentezza, tanto più che mi è stato esposto che i Marinari della 1^ Classe esistono nel Comune, od in alcun casale dal medesimo poco distante.
Sig. Sindaco, debbo eccitare tutto il di Lei zelo ad occuparsi con imparzialità, e sollecitudine della Leva di cinque marinari, ove non fosse stata eseguita, esigendo il Sovrano Servigio che essi debbano aver raggiunto il restante dell'intero contingente, venerdi 24 andante Marzo (...) Ogni ulteriore ritardo mi porrebbe nella necessità di usare de' mezzi non troppo vantaggiosi al Comune. Ma ho tutto il motivo di credere che questo ulteriore eccitamento basterà per impegnare la di Lei attività all'immediata esecuzione di quest'importantissimo oggetto. Per la qual cosa Ella è abilitata ad usare di tutti que' mezzi, che Ella troverà più efficaci all'intento (...)
».
Si riporta il testo della risposta di Grottammare con protocollo 69 del 21.3.1809:
« (…) Le spedisco Sig. Cavalier Prefetto quattro soli Coscritti Marinari. Per quanto siasi prestata la Brigata di Gendarmeria non gli è potuto riuscire compiere il contingente, per trovarsi la maggior parte de' Coscritti assenti alla navigazione da più mesi, ed alcuni altri pochi di num. alli fugiaschi.
I medesimi sono Giambattista Fazzini, che doveva spedirsi altra volta, ch'Ella lo richiamò con Sua 21 p.p. Gennaio n° 1265, Sez.1^ Coscrizione, qual cosa non si fu potuto eseguire trovandosi allora il medesimo ammalato.
Per la presente Leva Filippo Piattoni posto al rango n° 4 - Gio. Batta Novelli al n° 11 - e Niccola Paci al n° 37.
Si manca contemporaneamente spedire lo stato di essi a norma del Modello L, ordinato dall'Istruzioni Ministeriali 18 Decembre 1801, a motivo che manca il contingente ed i dati sicuri della certa assenza, o presenza dei fugitivi, o nascosti (...) Si procurerà per fare tutto il possibile per compier l'intero contingente ed i dati sicuri delle certe assenze, o presenze de' fugitivi, o nascosti (...) Si procurerà per fare tutto il possibile per compiere l'intiero contingente, con qualcheduno di più, onde rendere esente, quando a Lei Sig. Cav. Prefetto piaccia il sudd. Filippo Piattoni per essere Figlio unico, e perchè con le sue braccia da la sussistenza alli suoi ben vecchi genitori (…)
».

3. Tra il 2 e il 22 marzo al deposito di Ancona si presentano G. Battista Fazzini, che vi rimase 8 giorni, Filippo Piattoni (1 giorno di permanenza), G. Battista Novelli (8 giorni), Nicola Paci (25 giorni) e Nicola Vezzini (8 giorni).
La corrispondenza d’ufficio proseguì ancora poiché sorsero alcune controversie per le spese connesse al trattenimento di Nicola Paci da parte della Gendarmeria ed altre ancora, sulle quali non è il caso di soffermarsi.
Si ritiene infatti che le poche notizie fornite abbiano sufficientemente messo in luce la reazione di quella società, legata alla nostra da non rescissi vincoli di sangue e di tradizioni, nei confronti di sgradite disposizioni legislative innovatrici.

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