Protocalafati e stazzatura delle imbarcazioni nel I circondario marittimo dell'Adriatico
(Cimbas 21-2001, pp. 1-27)
Nomina dei protocalafati
E' noto che la stazzatura delle imbarcazioni dà come risultato finale un numero che ha molta importanza per quanto riguarda la loro capacità di trasporto, di abitabilità e, soprattutto gli aspetti fiscali, assicurativi, tariffari ed amministrativi perché costituisce un parametro di sicuro riferimento e di facile applicabilità.
Il problema non è sorto oggi ma già alcuni secoli fa. Se agli inizi la determinazione della stazza ricadeva nella competenza di uffici governativi variamente interessati alla marineria (ispettorati e luogotenenze di porto, dogane, ecc.) attualmente rientra nei tanti compiti di istituti altamente specializzati (i cosiddetti Registri Navali), più o meno legati ai servizi pubblici a seconda della nazione di appartenenza. Nello Stato Pontificio, tuttavia, ha ricevuto una iniezione di modernità solo con l'arrivo in Italia delle armate napoleoniche, che hanno devastato e saccheggiato città, chiese, musei, archivi, biblioteche, tesori pubblici e privati, etc., ma hanno innovato profondamente l'amministrazione e la burocrazia statale.
A dieci anni circa dalla Restaurazione, siamo nel 1825, il Camerlengo si pone l'obiettivo di eliminare le irregolarità che si frappongono al corretto svolgimento delle operazioni di stazzatura in modo da raggiungere un allineamento delle tasse e delle tariffe agli effettivi valori per un'armonizzazione delle imposizioni nazionali a quelle internazionali. Chiede perciò a tutti gli ispettori marittimi, e quindi anche al conte Saverio Maggiori, di segnalare due nominativi di calafati abili e affidabili per ogni porto delle rispettive circoscrizioni, tra i quali scegliere il candidato più idoneo a coprire l'incarico di protocalafato.(1)
Una nutrita documentazione di questa pratica è conservata all'ASR e ne traiamo notizie ed ampi stralci.(2)
Con il dispaccio 8673 del 13 agosto 1825 il Camerlengo scrive ai delegati apostolici di Fermo e di Ascoli in questi termini: «Avendo io commesso a cod.° Ispettore de' Porti del primo circondario dell'Adriatico di presentarmi per ciascun porto dipendente del suo riparto, due Soggetti fra il ceto de' Proto-calafati, onde potessi scegliere fra questi il Misuratore per la più regolare stazzatura de' legni, mi ha proposto le seguenti duple, = per il Porto Fermo Tommaso Canaletti e Nicola Fares =, per il porto di Marano Domenico e Filippo Fratelli Focaracci = , per l'altro di Grottamare Domenico Palestini e Luigi Venieri, e finalmente per quello di S Benedetto Pietro Mascaretti e Filippo Bruni. Pria però di deliberarmi in proposito, debbo pregare V. S. Ill.ma d'informarmi riservatamente sulle qualità personali dei Candidati, rilevandomi specialmente quale dei due possa rico(no)scersi più adatto ed opportuno al disimpegno di tale gelosa attribuzione.»
Nella stessa data analogo dispaccio, con lo stesso protocollo, viene inviato al delegato apostolico di Macerata e Camerino per avere informazioni sui candidati « ... per il Porto di Recanati Pasquale Canaletti e il di lui figlio Giuseppe, e per quello di Civitanova Giorgio e Filippo Canaletti ... »
Nel fascicolo sono conservati certificati comunali e parrocchiali sulle doti e sulle qualità dei candidati, ai quali va aggiunto, per Porto di Fermo, anche Luigi Canaletti autore di un reclamo scritto accolto dalle autorità. Tranne Nicola Fares, per il quale vengono espresse alcune riserve, tutti i candidati vengono dichiarati idonei professionalmente, politicamente e moralmente.
Il 30 luglio, con lettera 1264, Maggiori invia a Roma un tabellone con le notizie raccolte su tutti i candidati, precisando che « ... La descrizione riguardante i proposti Soggetti separatamente per ciascuna Luogotenenza è appoggiata non solo alle relazioni degli stessi Ufficiali, ma benanche ai documenti, che hanno esibiti i medesimi Calafati e che subordino qui uniti in appoggio dello Stato medesimo. Non debbo peraltro ommettere di significare a V.ra Em.za R.ma, che i proposti sogetti sono adattati alla costruzione dei Legni soltanto, ed alla materiale misura di essi, non però a cavarne la loro portata colle norme nella formola analitica prescritte per la stazzatura de' Legni rimessami con venerato Dispaccio 10 Marzo 1824, poichè non sono adattati pe' calcoli Aritmetici siccome idioti,(3) ed alcuni poco men che illetterati, circostanza, che anche l'anno scorso io non ommisi di dimostrare con mio rispettoso foglio del 24. Maggio N.° 384. In conseguenza pertanto delle provide disposizioni emanate da V.ra Eminenza R.ma sotto il giorno 8. Giugno 1824 con rispettato Dispaccio diretto a quest'Ispettorato i Ministri Doganali sono stati quelli, che fin qua hanno eseguita la nuova stazzatura de' Legni specialmente di nuova costruzione coll'assistenza de' Luogotenenti di Porto. Coadjuvati che fossero peraltro li detti Calafati dagli stessi Luogotenenti di Porto, potrebbe ottenersi certamente l'esatta stazzatura e la conseguente portata di ciascun Legno indipendentemente anche dai Ministri Doganali ... »
Trascriviamo qui questo interessante documento, facendo uso delle seguenti abbreviazioni e ricorrendo per forza di cose ad un frazionamento tenuto conto delle sue dimensioni:
A - Luogotenenza
B - Num.° Progressivo
C - Cognome, e Nome
D - Età
E - Patria
F - Domicilio
G - Probità, ed Onestà
H - Fortuna Civile
I - Abilità, e cognizione nel Mestiere di calafato
L - Epoca dell'Esercizio
M - Documenti Esibiti
N- Osservazioni
Il suo titolo è Stato indicativo de' Proto Calafati appoggiato da Documenti da medesimi esibiti e dalle relazioni, che ciascuna Autorità di Porto ha potuto fornire, redatto in esecuzione del Venerato Dispaccio N.° 6424 Div.e I del 21. Giugno 1825.
Va rilevato che il 5 agosto con lettera 1362 Maggiori invia a Roma un'istanza di Luigi Canaletti di Porto di Fermo, che supplica di essere preso in considerazione per l'incarico di protocalafato nella sua città. L'ispettore spedisce anche la documentazione da cui risulta che le qualità del richiedente sono migliori di quelle degli altri concorrenti. Tale candidatura giunge al Camerlengato quando lo Stato indicativo è già pronto. Di conseguenza il nome di Canaletti viene aggiunto ai due precedenti, anche se in maniera incompleta e graficamente trascurata. Alla fine proprio Luigi Canaletti risulterà vincitore.(4)
Si noti quanto numerosi siano i Canaletti che, da informazioni assunte a Porto San Giorgio, sarebbero originari di questo centro. Anche a Grottammare era presente un individuo di tal cognome.
Il documento elaborato da Maggiori, insieme agli analoghi preparati dai suoi colleghi, confluisce in una Nota dei Protocalafati proposti dagl'Ispettori Marittimi dell'Adriatico e del Mediterraneo per la regolare stazzatura dei Legni nelle rispettive Luogotenenze, secondo la Circolare dell'Em. Camerlengo in data dei 21. Giugno 1825, compilata dal Camerlengato a conclusione dell'indagine.
Anche questo documento può fornire utili elementi di conoscenza, perché vi sono annotate le scelte effettuate. Pertanto se ne ritiene vantaggiosa la trascrizione e, anche in questo caso faremo, uso di abbreviazioni e cesure.
A - Indicazione della Luogotenenza
B - Cognome e Nome degli Individui proposti
C - Osservazioni dell'Ispettore
D - Osservazioni dei Cardinali Legati, e Prelati Delegati
Nonostante la cura posta nella compilazione in quanto a grafia ed ordine non va trascurato che questa nota è affetta da qualche piccolo errore: Palestrini Domenico, invece di Palestini Domenico; Verrieri Luigi, invece di Venieri Luigi.
L'annotazione approvato è apposta a fianco dei nomi di Luigi Canaletti, Filippo Focaracci, Domenico Palestini, Pietro Mascaretti, Giorgio Canaletti e Giuseppe Canaletti, per il primo circondario; Fedele Candelari, per il secondo; Giuseppe Paolinelli, Mariano Donati, Gaetano Masini, Pietro Fabri, Antonio Corona, Paolo Schiavon, Tobia Perini, Andrea Rossi e Gaetano Forza per il terzo;.
Da quanto riportato in corrispondenza dei nomi di Giorgio Canaletti, Fedele Candelari e Gaetano Forza si desume che la calligrafia è del Camerlengo in persona: approvato questi 24 Febraio 1826 P. F. Card.l Galleffi Camerlengo di S. R. C. Nel caso di Gaetano Masini e Pietro Fabri il cardinale aggiunge anche approvato il progetto del marchese Ispettore.
Nessuna annotazione è apposta per il circondario del Mediterraneo, peraltro povero di notizie.
D
Nulla in contrario
Idem
Nulla in contrario
Idem
Nulla in contrario.
Nulla
Nulla dice in contrario.
Nulla in contrario, anzi propone che agli altri sia preferito.
Genericamente ha riferito che soffre il Fares qualche eccezione.
Nulla in contrario ma che Giorgio deve essere preferito, quantunque l'Ispettore asserisca che Filippo superi in abilità tutti quanti gli altri.
Nulla in contrario, ma asserisce che il primo è molto avvanzato in età, oltre le affezioni reumatiche che soffre.
Nulla in contrario, anzi asserisce che il dicontro deve essere preferito al secondo
Nulla in contrario.
Circondario del Mediterraneo
Civitavecchia Freddi Gasparo
Terracina Telesio Emanuele
Il Delegato con lettera. del P. Gennajo 1826. preferisce il Paolinelli al Farina quantunque il primo sia meno capace del secondo.
Il Delegato con lettera dei 5. Gennajo 1826. ha riferito che ambedue sono capaci, ma il Donati più del D'Este: che sono di buone qualità ma illetterati
Il Cardinal Legato di Ravenna conferma l'onestà e l'abilità
Il Cardinal Legato di Ferrara a mezzo del Governatore di Comacchio asserisce che il Perini è preferibile al Carli.
Il Cardinal Legato di Ferrara con lettera degli 8. Gennajo 1826. conferma la dicontro osservazione dell'Ispettore
Il Cardinal Legato di Ferrara con lettera degli 8. Gennaro 1826. fa conoscere che oltre il dicontro Forza vi è ancora un tal Pietro Patrignani, sopranominato Gambarini, uomo onesto e abile alla stazzatura de' Legni
Stazzatura Camerale in Civitavecchia
Il 26 marzo 1826,. con lettera n° 301, Maggiori accusa ricevuta di sei Lettere Patentali per i Protocalafati ... e di sette Piedi Parigini ...ritenendo, come L.'Em.za V.ra R.ma mi comanda, per me quello di tutto metallo, col rimanente si riforniscono i Luogotenenti di Porto. Mancano però per i Protocalafati siccome l'Em.za V.ra R.ma mi prescrive di farne consegna anche ad essi.
Il Camerlengo il 25 aprile annota: «Si osservi dal Capo Speditore S.r Genovesi se lo stesso equivoco sia avvenuto negli altri Circondarj, poichè doveano spedirsi tanto ai L.enti che ai Protocalafati.»
Pochi giorni dopo, il 13 aprile con lettera n° 441, fa presente a Roma che « ... mi si è fatto quesito se anche i piccoli Legni, cioè quelli compresi nella Classe quarta della Matricola Generale debbano assoggettarsi a nuova misurazione. Tutto che mi creda e per le espressioni contenute nel sullodato Venerato Dispaccio, e perchè non vanno sogetti ad alcuna tassa che per cosiffatti Legni non abbia forse ad intendersi prescritta la nuova stazzatura, pure sul dubbio di poter in fin d'opera rassegnare a codesto Superiore Dicastero un operazione incompleta io mi permetto di supplicare V.ra Em.za R.ma a volersi degnare di significarmi se debbano effettivamente o nò esser misurati ... »
Come al solito, la sua richiesta viene male accolta, come risulta dalle istruzioni date il 5 maggio dal Camerlengo per la risposta: «All'Ispett.re che avendo ben comprese le istruzioni date poteva eseguirle senza promuovere superflui quesiti.» Espressione che molto probabilmente avrà fatto piacere al sig. Genovesi, sulla base di quanto osservato in altra occasione.(5) Infatti il dispaccio 14759 dell'11 maggio è così concepito: « ... devo dichiararle che siccome avea Ella ben comprese le istruzioni date sul proposito della stazzatura dei Legni marittimi, e precisamente su quali debba ciò eseguirsi, poteva quelle mandare ad effetto senza promuovere superflui quesiti sull'indicato oggetto.»
Il 17 aprile Maggiori con lettera n° 372 informa il Camerlengato che « ... ho ritirata direttamente da ciascun Protocalafato la tassa prescritta di scudi uno ... Ho cercato al tempo stesso di avvertire i candidati degli obblighi che vanno ad assumersi i quali più precisamente vengono loro addimostrati dalle Istruzioni circolari N.° 11647: avendone pur di esse consegnate ad ognuno un Esemplare in un colla istruzione normale.»
Solo il 14 maggio vengono spediti i piedi parigini mancanti, come da dispaccio 14348 che invita l'ispettore a consegnarli « ... ai rispettivi Protocalafati, eccitandoli nuovam.e ad essere rigorosi ed imparziali esecutori di quanto è stato da me per la stazzatura de' Legni stabilito.» Maggiori conferma di averli ricevuti con lettera 1480 del 19 ottobre.
Il 19 ottobre Maggiori informa che il protocalafato Domenico Palestini di Grottammare è morto. Di conseguenza ha ritirato la sua patente, che invia a Roma, v. fig. 1.(6)
La sua sostituzione pone qualche problema. Infatti, come scrive Maggiori nella sua 174 del 21 febbraio 1827, « ... Due soggetti di quel Porto sarebbero stati adattati ad esser proposti, ma trovansi al Regno di Napoli e sono Carlo Bruni e Luigi Venieri colà trasferitisi senza intesa dell'Officio Marittimo. Si ritrova il primo a Montepagano e l'altro in Ortona ad esercitare il loro mestiere per ritrarne qualche prodotto a sollievo delle loro famiglie, essendo che da molto tempo non si è a Grottamare fatta eseguire costruzione veruna di Legni. Ad ogni modo io credo mio dovere di dover subordinare i di loro Connotati personali ... »
Il 22 maggio il Camerlengo decreta che si scriva «All'Ispett.e che procuri di scrivere ad uno degli entroind.i Proto-calafati, il migliore fra essi insinuandogli di tornare a Grottammare per l'entroind.° oggetto».
Il 15 luglio Maggiori fa sapere che «il più idoneo nella Professione di Proto Calafato riconoscendosi Carlo Bruni è stato questo invitato a rientrare nello Stato, com'è infatti avvenuto, e molto di buon grado accettarebbe l'onore di ricoprire il vacante posto di misuratore de Bastimenti nel Porto di Grottamare. Sottopongo pertanto il Certificato di buona condotta dal medesimo esibito non che l'altro d'idoneità nella costruzione de Legni, e supplico V.ra Em.a R.ma a volersi degnare di concedergli la lettera di nomina ... »
Con dispaccio 27024 del 16 agosto il Camerlengato dà notizia dell'avvenuta nomina di Bruni e chiede che venga riscossa la prevista tassa di 1 scudo. Il 2 dicembre, non avendo ancora ricevuto alcuna somma, Maggiori viene sollecitato perché Bruni versi quanto dovuto.
Il 9 dicembre l'ispettore scrive a Roma per informare che il nuovo protocalafato, rientrato a Grottammare dopo una lunga assenza, ha effettuato il versamento.
Proteste di calafati per mancati pagamenti(7)
Nel marzo 1832 arrivano a Roma due istanze di costruttori di imbarcazioni.
La prima è di Giorgio Bronzi, calafato in S. Benedetto, che "reclama perchè da quegli Uff.li di Porto non abbia mai potuto ottenere che Giuseppe Merlini sia costretto a pagargli la residuale somma di scudi 5.20 per lavori fatti sulle di lui paranze."
La seconda è di Pietro Mascaretti, Proto-Calafato in S. Benedetto, che "Essendo creditore del Conte Palmaroli di Grottamare e di Gius.e Merlini di S. Bened.° della complessiva somma di scudi 35.81 per lavori ed altro eseguiti a due loro paranze da pesca, supplica perchè siano essi costretti al relativo pagamento". Il credito si riferisce a due diverse prestazioni ma "... ne l'una ne l'altra somma gli viene pur anche pagata ne dal Conte, ne dal Merlini non ostante le continue ricerche, e si schermiscono, il primo con dire che deve pagare il secondo, questi il primo, ed intanto viene con tali insulsi, e vergognosi pretesti ritardata al Ricorrente quella Mercede che ha guadagnato con tanti sudori, e fatiche, e che ha dovuto ancora in parte pagare a suoi dipendenti ... non essendo giustizia, che un Povero Uomo dopo che ha lavorato, non si trovi chi lo paghi; facendole riflettere, che nulla otterrebbe se ritentasse un giudizio a di loro carico, anzi vi sacrificarebbe le spese, il primo per aver maliziosamente ceduto alla di Lui Moglie tutto il suo piccolo avere, e caricato la Paranza di Ipoteche superiori al valore, il secondo essendo Persona Potente gli manderebbe lungo tempo la lite, al che le forze del Supplicante non potrebbero supplire ... "
A queste si aggiunge anche l'istanza di "Marcelli Beatrice di S. Benedetto" che "supplica affinchè si costringano il C.te Gio. Batta Palmaroli e Gius.pe Merlini al pagamento di scudi 2.25 importo di due vele nuove eseguite per le loro paranze".
Il Camerlengato interessa in proposito il conte Maggiori, che il 25 giugno, "non avendo io lasciato d'insistere perchè venisse conciliata all'amichevole la vertenza di cui trattava la supplica di Pietro Mascaretti" comunica a Roma "che lo stesso Mascaretti è stato già soddisfatto di ogni suo avere dai Proprietarj Merlini e Palmaroli, i quali dopo aver ripromesso innanzi l'Officio Marittimo di dimettere il loro debito lo hanno difatto eseguito dopo breve termine ... "
Lo stesso giorno l'ispettore scrive altre due lettere a Roma per informare il Camerlengato che i debitori hanno saldato i conti anche con Bronzi e Marcelli.
Da quanto illustrato emergono alcuni aspetti interessanti dei rapporti sociali di allora, alcuni dei quali si sono ancora mantenuti, nonostante l'opera livellatrice esercitata dalle istituzioni che si sono succedute in Italia dall'Unità ad oggi.
Infatti spesso il ritardo dei pagamenti da parte dei clienti assume l'apparenza di un sistema illecito di finanziamento della propria azienda a danno di coloro che hanno fornito l'opera, protratto più o meno a lungo nel tempo a seconda della capacità di resistenza dell'una o dell'altra parte; il ricorso al tribunale per ottenere la soddisfazione dei propri diritti anche adesso comporta tempi lunghissimi e non sempre assicura esito favorevole; gli imprenditori ricorrono all'intestazione dei beni alla propria moglie o ad altri familiari, ad ipoteche o alla loro preminenza in ambito locale e nazionale per opprimere i lavoratori.
Il ricorso ad uffici statali, quali la luogotenenza di porto, l'ispettorato marittimo ed il Camerlengato, che oggi ben difficilmente sembra idoneo a dare soddisfazione per le profonde mutazioni avvenute nei rapporti tra privati e organismi governativi, in questo caso risolve invece positivamente la questione e permette ai lavoratori di ottenere il dovuto, pur non esistendo ancora associazioni sindacali per la loro difesa.
Note
(1) - Il Maggiori ricordato ricopre l’incarico d’Ispettore dei Porti del Primo Circondario. Di lui ci siamo occupati in più circostanze in questa rivista, per cui se ne omettono le referenze nei particolari.
(2) - ASR, Camerlengato p. II tit. IX, b. 555 f. 698, parte 1^ e b. 555 f. 698, parte 2^.
(3) - Il termine idiota, differentemente dall’uso attuale, stava ad indicare la carena di qualsiasi istruzione scolastica.
(4) - Per i Cataletti cfr. Mario Fioretti, Le dinastie dei calafati, I Canaletti di Civitanova (sta in) Cimbas, n. 18 marzo 2000 pp. 18-24 e in Gabriele Cavezzi-Ugo Marinangeli-Giuseppe Merlini, Le dinastie dei calafati (2^ parte) idem , n. 19 Ottobre 2000, pp. 29-35.
(5) - Cfr. A. SILVESTRO, A proposito delle tasse per il passaporto delle navi e le lettere di comando e dei loro effetti sul commercio marittimo pontificio nell'800, di prossima pubblicazione. Alcuni anni dopo, quando il Camerlengato non è più il punto di riferimento dela marineria, si torna a parlare di regole di stazzatura e di protocalafati, con conseguente aggiornamento dei passaporti. I vecchi vengono inviati a Roma dopo la consegna dei nuovi a cura delle autorità marittime. Si noti quanto riportato nella lettera 5299 del Magistrato Centrale di Sanità e Polizia Marittima, scritta da Ancona il 25 novembre 1845, in ASR, Camerlengato p. II tit. IX, b. 555, f. 698. Vi si mette in rilievo che, a volte, le barche da pesca della quarta classe sono dotati di Passaporto Promiscuo per consentir loro di fare occasionali viaggi di piccolo cabotaggio, molto richiesti allora per il trasporto di grano. In tali circostanze sembra giustificato che anche i legni della quarta classe fossero sottoposti a stazzatura.
(6) - Da rilevare che, nella patente come nello Stato compilato dal Camerlengato, il cognome del protocalafato viene alterato in Palestrini, il che potrebbe costituire una indiretta conferma della fondatezza della derivazione del cognome da Palestrina, paese della laguna veneta, sostenuta da G. Cavezzi.
(7) - ASR, Camerlengato, p. II, tit. IX, Marina, b. 627 f. 4141.
Sul ritiro dei passaporti marittimi a seguito delle verifiche della stazza
Si trascrivono alcuni documenti risalenti ad anni che vanno dal 1838 al 1846 e che costituiscono un'ulteriore prova del costante interessamento del Camerlengato ai problemi della Marina, anche se non più in veste di protagonista. Essi sono conservati nel fondo Camerlengato, p. II tit. IX, Marina dell'ASR, b. 555 f. 698.
Il primo è un elenco contenente informazioni sul rinnovo di passaporti d'imbarcazioni dei tre circondari adriatici ed è intitolato
Elenco dei Passaporti Marittimi che sono stati ritirati ai Legni appartenenti al I, II, e III Circondario dell'Adriatico, ed ai quali vennero sostituiti quelli colla indicazione della seguita misurazione metrica a senso della Circolare della Segreteria per gli Affari di Stato Interni 10 Luglio 1845 N. 67268.
Nella trascrizione sono state introdotte alcune espressioni non previste nel testo originario, nonostante l'obiettivo postoci di rispettare la massima fedeltà alla versione fornitaci dalle carte.
Per motivi legati allo spazio disponibile nella pagina tutte le date sono state riportate in forma numerica, anziché alfanumerica.
Le abbreviazioni conservate sono del tipo c. s., D.°, mentre non sono state mantenute quelle del tipo " nel caso dell'indicazione del numero dei circondari marittimi e della classe del legno.
Sono state pure mantenute le denominazioni originali (S. Niccola invece di S. Nicola, ad esempio), le poche lacune esistenti e i pochi evidenti errori (il numero di nuovo passaporto 137 - invece di 131 - attribuito alla Rondinella del Mare, alla voce n° 218; il numero progressivo 86 è ripetuto due volte mentre manca l'87; l'omissione dei dati del nuovo passaporto corrispondente alla voce 125). Da notare l'uso del termine All'Oceano, invece del Gran Corso burocratico e il termine Pielego sostituito da Pielago.
Per facilitare la tabulazione dei dati sono state impiegate le abbreviazioni corrispondenti alle segnature originali qui riportate in corsivo:
A = Numero Progressivo
B = Indicazione del vecchio Passaporto ritirato, Data
C = Indicazione del vecchio Passaporto ritirato, Numero
D = Qualità dell'Esercizio
E = Circondario
F = Iscrizione del Legno, Classe
G = Iscrizione del Legno, Numero
H = Bastimenti, Qualità
I = Bastimenti, Denominazione
L = Indicazione del Passaporto che venne sostituito al vecchio, Data
M = Indicazione del Passaporto che venne sostituito al vecchio, Numero
Il terzo è costituito da una lista di nuovi passaporti sostituiti ai vecchi dopo la verifica della stazzatura. E' intitolato:
Specifica dei Passaporti Marittimi ritirati ai Legni qui sottonotati che si rimettono per la corrispondente annullazione in evasione al venerato Dispaccio dell'E.mo Sig.r Cardinal Cam.go N. 3255 del 5 Settembre 1839, dappresso l'effettuata consegna dei nuovi a seconda della rettificata stazzatura.
Anche in questo caso si è fato ricorso ad abbreviazioni:
A = numero progressivo
B = Passaporto marittimo vecchio, numero
C = Passaporto marittimo vecchio, data
D = Indicazione del Bastimento, qualità
E = Indicazione del Bastimento, denominazione
F = Indicazione del Bastimento, proprietario
G = Iscrizione del Legno, Circondario, classe, numero
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