(1) Cfr. A. T. MAHAN, L'influenza del potere marittimo sulla storia (1660-1783), Roma 1994. Tale situazione trova adeguata espressione nelle parole con cui Cesare Pascarella descrive la scoperta dell'America secondo l'interpretazione di un popolano:
Che dite? - fece lui, - de dove sêmo?
Sêmo de qui; ma come so' chiamati
'sti posti, - fece, - noi nu' lo sapemo. -
Ma vedi si in che modo procedeveno!
Te basta a di' che lì c'ereno nati
ne l'America, e manco lo sapeveno.»
(Cfr C. PASCARELLA, I sonetti - Storia nostra - Le prose, Milano 1955, sonetto XXX, p. 120. Merita di essere ricordato anche il sonetto V, ib., p. 95). Gli ultimi due versi del poeta romano possono ben rappresentare la condizione dei corsari/pirati che hanno battuto per secoli le acque del Mediterraneo e navigato, predato, violato, ucciso per assicurare un futuro migliore ai propri figli, o per far prevalere il sovrano o la religione cui aderivano, o per calcolati scopi mercantili, o per puro spirito di avventura. Possiamo perciò affermare che, pur coscienti di far parte del gruppo che, allora, deteneva il predominio marittimo e li "delegava" a compiere gli atti necessariamente conseguenti, essi ignorassero il reale significato di tale potere.
(2) La letteratura in materia è imponente, ci asteniamo dal citarla. Ben note le calorose prese di posizione di A. Guglielmotti a favore delle marinerie italiche e contro quelle straniere. Basterà, in proposito, ricordare le parole di un nostro studioso del recente passato per renderci conto che, spesso, il torto viene indiscriminatamente attribuito a chi è schierato dall'altra parte: «E questi corsari che fanno buona guerra contro i nemici della Repubblica non sono da confondersi, come spesso si fece, con i pirati, che perpetravano le loro ruberie nelle solitudini dei mari. Sono piuttosto uno dei tanti aspetti di quello spirito d'avventura e di volontariato di cui va gloriosa la Storia Italiana. L'aver trovate tutte queste notizie nei protocolli notarili basterebbe a dimostrare, se pur ce ne fosse bisogno, che i corsari non furono a Venezia - dove pure la marineria fu sempre più fortemente che altrove legata allo Stato - un fenomeno extra-legale; nel silenzio degli Statuti si organizzarono e combatterono secondo le loro consuetudini mediterranee.» (cfr. R. MOROZZO DELLA ROCCA, Consuetudini di corsari veneziani del sec. XIV, in AA. VV., Atti ..., cit., vol. II, p. 337). Sensazioni analoghe, anche se meno corpose, si provano scorrendo il libro, per altri versi veramente pregevole, di M. MAFRICI, Mezzogiorno e pirateria nell'età moderna (secoli XVI-XVIII), Napoli 1995, del quale ci siamo avvalsi ed al quale rimandiamo per ciò che concerne bibliografia, arruolamento dei giannizzeri, organizzazione delle Reggenze per la guerra di corsa e loro dipendenza dall'impero ottomano, composizione delle flotte corsare, il potere marittimo in Turchia, Spagna, Francia ed Austria, guerra di corsa, schiavitù, ribellione del mezzogiorno contro gli Spagnoli, assillo delle popolazioni a causa delle incursioni barbaresche. Cfr. anche R. MOROZZO DELLA ROCCA, Consuetudini ..., in AA. VV., Atti ... , cit., vol. II, pp. 329-337. Più recentemente se n'è occupato A. TENENTI, Venezia e la pirateria nel Levante: 1300 c. - 1400 c., in A. PERTUSI, a c. di, Venezia e il Levante fino al secolo XV, voll. 2, Firenze 1973, pp. 705-771, in particolare pp. 708-713.
(3) Cfr. Statut Grada Splita (Statutum Civitatis Spalati - Lo Statuto della Città di Spalato), Knjizevni Krug, Spalato 1987, pag. 179: "Cap. XCVII. QUOD NULLUS EMAT RES DE CURSU, NEC VADAT IN CURSUM. Item statutum et ordinatum est, quod nullus civis vel forensis audeat vel presumat in civitate Spalati vel in suo distritu emere ab aliqua persona aliquas res, que fuerint derobate, vel accepte per Almisanos vel piratas, qui exercent cursum, nec illas exportare ad civitatem Spalati. Qui vero contrafacerit, solvat communi pro banno quinquaginta libras et res emptas perdat et veniant in commune. Et si quis civis seu etiam habitator civitatis Spalati iret in cursum, sit in perpetuum exul de civitate predicta et omnia bona sua deveniant in commune et si in fortiam communis pervenerit, manus sibi dextra debeat amputari". Almissa era patria di molti predoni.
(4) Per la letteratura sull'argomento v. nota (2).
(5) G. PO, Corsari barbareschi nelle memorie e nelle leggende popolari, in AA.VV., Atti del IV Congresso Nazionale di arti e tradizioni popolari, voll. 2, Roma 1942, vol. I pp. 141-149.
(6) G. PO, Corsari ..., cit., pp. 147-148. Da rammentare la clausola inserita in moltissimi atti notarili riguardanti trasporti per via marittima, stipulati nel Fermano e nell'Ascolano, sulla validità dei patti in assenza di turbamenti dovuti ad incendi, tempeste e predoni.
(7) In tale contesto merita considerazione il tentativo operato da Boccolino di Osimo di allearsi con gli Ottomani, cfr. Annali di Fermo d'autore anonimo dall'anno 1445 sino al 1557, in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache della Città di Fermo, Firenze 1780, pp. 217-218: "1487 (...) Nel principio di primavera fu posto l'assedio del Papa ad Osimo contro Boccolino (...) Difendendosi valentemente Boccolino e non trovando aiuto da nessuno, mandò al Gran Turco e fu uno da Monteleone nostro castello che ci andò, ma il soccorso non venne mai". Ovviamente, il peso politico del ribelle Boccolino non è confrontabile con quello del re di Francia, ma un insediamento Turco nello Stato della Chiesa, proprio vicino al santuario di Loreto, avrebbe potuto assumere un significato di rilevante importanza politica e religiosa.
(8) M. MAFRICI, Mezzogiorno ... , cit., p. 84. V. anche pp. 204, 205, 222, 274, 314 e 315. R. MOROZZO DELLA ROCCA, Consuetudini ... , cit., p. 329.
(9) R. MOROZZO DELLA ROCCA, Consuetudini ... , cit., p. 334; a p. 336 ricorda: uno ligno armato contra imperatorem Grecorum, a p. 337: cursu contra Turcos.
(10) A lui si riferiscono diversi atti intorno al 1301, cfr. G. PO, Corsari ... , cit., p. 148.
(11) R. TRIFONE, Ricerche sugli usi marittimi del Regno di Napoli nella pratica degli antichi tribunali, in AA.VV., Atti ..., cit., vol. II. pp. 338-348, in particolare p. 342.
(12) F. BRAUDEL, Civiltà e imperi del Mediterraneo nell'età di Filippo II, voll. 2, Torino IV/1976, in particolare vol. I pp. 118-125.
(13) L'intervento di Alfonso nella Marca fu voluto dal pontefice, come risulta da Annotazioni ... , op. cit., p. 161. Per le azioni condotte dal re catalano cfr. ANTONIO DI NICCOLO', Cronaca ... , cit., in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... , cit., pp. 4, 83, 88-89. Sembra che, nel corso del conflitto per la supremazia nella Marca, Francesco Sforza abbia tenuto a sua disposizione alcuni legni a Grottammare, paese natale del suo figlio illegittimo Sforza Secondo Sforza che, molti anni dopo, sarà messo a capo della flotta ducale milanese, di stanza a Genova. In proposito cfr. A. SILVESTRO-S. SILVESTRO, Sforza Secondo Sforza, un condottiero del '400 nato a Grottammare, Piceno, a. XIII, giu. 1989, n° 1, pp. 63-78.
(14) Per le ostilità tra Fermo e Civitanova cfr. Annotazioni e giunte alla Cronaca Fermana di Antonio di Niccolò, in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... , cit., pp. 107-108. e G. P. MONTANI, Annali della Città di Fermo dall'anno 1446 sino al 1557, in G. DE MINICIS, a c. di, Cronche ... , cit., p. 184: tale concessione, ritenuta dai Fermani lesiva dei loro privilegi, fu da essi aspramente contrastata a Roma, in trattative con esponenti della Curia, e sul campo a Civitanova. Per la costruzione, o meglio il miglioramento di una struttura portuale già esistente, cfr. Regesta Firmana, in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... , cit. p. 528 e i documenti dell'ASR citati da A. SILVESTRO in un lavoro di prossima pubblicazione su Cimbas.
(15) Sull'originalità e datazione di questi documenti, sulle analogie con similari norme di Venezia ed altre città marinare, sulla loro adozione a Fermo si è molto discusso: cfr. G. CAVEZZI, Le due geniture, Cimbas 1-2/1991-1992, pp. 2-22, in particolare p.8; Id., Gli Statuti di Trani, Cimbas n° 3/1992, pp. 1-6. Cfr. pure: L. VOLPICELLA, Gli antichi ordinamenti marittimi della città di Trani, Potenza 1852; J. M. PARDESSUS, Collection de lois maritimes antérieurs au XVIII siècle, voll. 6, Paris 1828-1845; S. LA SORSA, "La consuetudo maris di Trani", in Atti del IV congresso nazionale di arti e tradizioni popolari, Venezia sett. 1940, voll. 2, Roma 1941-1942; M. MURINO, Andar per mare nel Medioevo. Le antiche consuetudini marittime italiane, Chieti 1988, da cui stralciamo un passo a p. 56: degli ordinamenti di Trani "esistono oggi due edizioni, la prima del 1507 e la seconda del 1589 entrambe edite in aggiunta agli Statuti della Città di Fermo con il titolo: "Ordinamenti et consuetudo maris edita per consules civitatis Trani". Come mai gli ordinamenti marittimi pugliesi furon pubblicati in uno con gli statuti della città di Fermo, è ancora tutto da spiegare."
(16) Cfr. Statuti di Fermo, rubr. 86 - De la varea in che modo se debia fare; C. CIAVARINI, a c. di, Statuti della Dogana, rubb. I-XII, in Statuti Anconitani del mare, del terzenale e della dogana e patti con diverse Nazioni, vol. I, Ancona 1896, pp. 109-114.
(17) Cfr. C. CIAVARINI, a c. di, Statuti ... , cit., p.61: "Ciascuna nave che se partirà d'Ancona per andare fuora dal golfo se è da secento meste en su debia portare doi bombarde overo scoppi et dogiento verectoni per le dicte bombarde overo scoppi et diece balestre da staffa et doi migiara de boni verectoni, cinquecento lance, diece para de coraze, tre barcate de pietra et trenta pavesi. Et omni mercante sia tenuto de portare uno paro de armadure fornite et una balestra et uno pavese con cento verectoni, et omni marnaro d'Ancona sia tenuto de portare coraza goczale barbuta o cervelliera pavese spada o coltello. Et la menore nave porte armadura per rata de meste a la pena de vinticinque livere per ciascuno patrone et diece livere per ciascuno mercante, cento soldi per ciascuno marnaro che contrafacesse".
(18) Cfr. C. CIAVARINI, Statuti ... , cit., Pacti di Catalani col Comune de Ancona (1399), pp. 263-266.
(19) V. LAUDADIO, Gli Statuti di Spalato, Cimbas 4/1993, pp. 14-16. Si tratta di norme di vario genere, contenute nel volume citato a n. 3, a c. di A. CVITANIC, che raccoglie lo Statutum vetus del 1312, gli Statuta nova del 1333, le Reformationes del 1332-1384 e gli Additamenta del 1320, del 1491 e del 1507. A. PERTUSI, Per la storia di Dulcigno nei secoli XIV-XV e dei suoi statuti cittadini, in FONDAZIONE GIORGIO CINI, a c. di, Studi Veneziani XV-1973, Firenze 1975, pp. 213-272. Cfr. anche: H. ULQINI, Aspetti della pirateria nel litorale albanese dell'Adriatico (1096-1821), Cimbas 8/1995, pp. 4-20.
(20) Cfr. L. BERNABEI, Cronache anconitane, in C. CIAVARINI, a c. di, Collezione di documenti storici antichi inediti ed editi rari delle città e terre marchigiane, voll. 5, Ancona 1870-1884, in particolare vol. I, pp. 198-200.
(21) Come risulta da un testo conservato nella biblioteca comunale di Ripatransone, (Io. Francisci de Pont. de Potest. Proreg.).
(22) In genere i rapporti tra Ancona e Fermo sono ostili. Non mancano però testimonianze su episodi di collaborazione tra i rispettivi cittadini, cfr. L. BERNABEI, Cronache anconitane, in C. CIAVARINI, a c. di, Collezione ... , cit., cfr. vol. I, p. 111; ANTONIO DI NICCOLO', Cronaca ... , in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... pp. 6, 10, 44, 45 e 123. Da ricordare, in particolare, il patto di Polverigi, riportato nell'Appendice del testo curato da G. De Minicis, più volte citato, pp. 536-538 ("1202 - Concordia stipulata in Polverigi fra il comune di Fermo con vari castelli del suo contado, Osimo, e Iesi da una; gli Anconitani con i loro collegati, ed i Pesaresi dall'altra"). Un accordo del 1505 è invece reperibile in C. CIAVARINI, Statuti ... , cit., rubr. XII - Ordine per le Mercantie de' Marchigiani (1505) , p. 276. Per le ostilità tra Recanatesi e Fermani contro gli Anconitani che, nel 1496, misero in pericolo l'apertura della fiera di Ancona, v. L. BERNABEI, Cronache ... , cit., in C. CIAVARINI, a c. di, Collezione ... , cit., pp 214-216. Nel volume curato da G. de Minicis abbiamo un'altra testimonianza, a p. 212: "1472 ... Ancona ottenne la fiera dal Papa del mese d'agosto, e la città vedendo che la voleva fare, fece lega con Recanati, con Conte d'Urbino signor di Pesaro e messe gente per impedirla, ma il Legato con le pene fece restare, per Roma fu procurata". Per le ostilità tra Ancona e Venezia cfr.: AA.VV, Ancona Repubblica marinara. Federico Barbarossa e le Marche, Atti del convegno di studi storici, Ancona 19-20 aprile 1969, a cura della Deputazione di Storia Patria per le Marche; AA. VV., Ancona e le Marche nel Cinquecento, Ancona 1982, passim e pp. 121 e 150-151. Saltuariamente, tra Ancona e Venezia vengono firmati dei patti come, ad esempio, quelli riportati a pp. 233-238 del testo sugli Statuti curato da Ciavarini. Per le relazioni intercorse tra Venezia e le comunità marchigiane è sempre di utile consultazione G. LUZZATTO, I più antichi trattati tra Venezia e le città marchigiane, Nuovo Archivio Veneto, nuova serie XI, Venezia 1906, pp. 1-95.
(23) Cfr. Annali di Fermo d'autore anonimo dall'anno 1445 sino al 1557, in G. DE MINICIS, Cronache ... , cit., pp. 214 e 241: "1479 Maometto Gran Turco fece un'armata e la messe ad infestare nel mare Adriatico, mentre lui per terra cacciava di stato li Signori de Macedonia ed Albania, che la città bisognò mettesse presidio in tutte le terre della marina; e il Papa ci mandò cinquanta cavalli che per tutto lo stato si lasciò sempre vedere e anco a predare per la riviera della Marca (...) 1480 (...) Cominciò poi l'armata turchesca come l'anno passato, ma peggio fu del mese d'Agosto che tragettò gran numero di gente ed assediò Otranto nel Regno di Napoli e la prese. Nel detto mese ci mise tanto spavento in tutta Italia che tutti pensavano al scampo loro. Il Papa fece generale il conte d'Urbino e lo mandò nelle nostre marine con cavalleria e fanteria (...) 1481 La presa de Otranto, sì fattamente spaventò Italia che tutti si misero a fortificare li loro lochi, e la città fece diversi consigli di volere redificare il Girone, e risolse dimandare licenza al Papa; fecero diverse provesione che misero nella città e porto, e soldati levati dalle castelle de Menzina e Montagna (...)" ; "1504 (...) La città tenne soldati alla marina per guardia de' Turchi che con grossa armata era entrata nel golfo contro Veneziani, e anco per guardia della peste che in assai luoghi della Marca se faceva sentire".
(24) Va tenuto presente che, con le artiglierie navali dell'epoca fissate alla coperta e non brandeggiabili, era impossibile sparare contro obiettivi posti in alto. Quindi le fortificazioni a rischio erano solo quelle poste sul litorale, a meno che gli assalitori non disponessero di cannoni da sbarco.
(25) Cfr.: ASR, Commissariato soldatesche e galere, bb. 3-9; ASAN, Manoscritto Ferretti LI (verrà trascritto in uno dei prossimi numeri di Cimbas). Per altra documentazione v. la relazione di Giulio Cesare Grillo, conservata a Roma presso la biblioteca dell'Istituto di cultura del Genio, e la relazione di Mons. d'Aste presso la Biblioteca Casanatense.
(26) In proposito cfr. G. P. MONTANI, Annali ... , in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... , cit., pp. 182, 183, 185, 186, 243, 259, 263 e 268. Va ricordato che i reggitori di Fermo ricordano con orgoglio di aver spesso partecipato a guerre contro i Turchi ed offerto saldo sostegno a Roma in circostanze difficili (cfr. ASR, Commissariato generale R.C.A., b. 527, Firmana Concessionum, Veneris 12 Januarii 1770).
(27) Ci si riferisce ai Registri dei Consigli di Ripatransone; alle Lettere Spedite, ai Libri dei Malefici ed ai Libri delle Cernite del Marini di Fermo.
(28) Arch. Com. Ripatransone, Registri dei Consigli, vol. 8, p. 103.
(29) Cfr. L. BERNABEI, Croniche ... , in C. CIAVARINI, a c. di, Collezione ... , cit. p. 195.
(30) SASF, Lettere spedite c. 166v.
(31) SASF, Libro Cernite Marini, c. 414r.
(32) SASF, Libro Cernite Marini, c. 415r.
(33) SASF, Libro Cernite Marini, c. 103v.
(34) SASF, Libro Cernite Marini, cc. 104r, 105r.
(35) SASF, Libro Cernite Marini, c. 104v.
(36) SASF, Libro Cernite Marini, c. 106v.
(37) SASF, Libro Cernite Marini, c. 108r.
(38) SASF, Libro Cernite Marini, c. 108v.
(39) SASF, Libro Cernite Marini, c. 108v.
(40) SASF, Libro Cernite Marini, c. 111r.
(41) SASF, Libro Cernite Marini, c. 110v.
(42) SASF, Libro Cernite Marini, c. 246v.
(43) SASF, Libro Cernite Marini, c. 257r.
(44) SASF, Libro Cernite Marini, cc. 257r e v.
(45) SASF, Regestum Litterarum 1570/1573 cc. 1r e v, cfr. G. CAVEZZI, L'estrazione delle granaglie dai porti adriatici della Marca meridionale alla fine del XVI secolo, Cimbas 11/1996, p. 6.
(46) SASF, Lettere spedite 1576.
(47) Arch. Com. Ripatransone, Registri dei Consigli, pp. 136 e 280.
(48) Arch. Com. Ripatransone, alla data del 6.6.1675.
(49) In proposito cfr. G. P. MONTANI, Cronache ... , cit., in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... , cit., pp. 182, 183, 185 e 186
.
(50) Per cenni ad azioni di predatori, in Adriatico ed in varie epoche, si rimanda al volume dell'ISTITUTO DI RICERCA DELLE FONTI PER LA STORIA DELLA CIVILTA' MARINARA PICENA, Atti del 1° Seminario sulle Fonti per la Storia della Civiltà Marinara Picena, Ripatransone 1997 e, in particolare a p. 302 (G. RONGONI, Porto San Giorgio 1729: il tumulto per l'imbarco dei grani, pp. 301-310), a pp. 328, 329 e 333 (L. CIOTTI, Fonti per la marineria picena nei documenti dell'Archivio di Stato di Ascoli, pp. 321-339), a pp. 355-367 (A. ELEUTERI, Un episodio di cattura da parte dei "Corsari Turchi" in uno "Stato d'anime" del 1685 dell'Archivio storico parrocchiale di Civitanova Marche (Macerata), pp. 355-364), che si può collegare a quanto esposto, a proposito di analoga incursione effettuata l'anno prima a San Benedetto del Tronto, da G. CAVEZZI-U. MARINANGELI, Il secolo XVIII, ovvero della rivoluzione nella pesca picena, Cimbas 9/1995.
(51) ANTONIO DI NICCOLO', Cronaca ... , in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache, cit. p. 21.
(52) L. BERNABEI, Cronache ... , in C. CIAVARINI, a c. di, ollezione ... , cit., pp. 165-166.
(53) L. BERNABEI, Cronache ... , in C. CIAVARINI, a c. di, Collezione ... , cit., pp. 192-193.
(54) SASF, Lettere Spedite, xxvii aprile 1487, c. 142.
(55) L. BERNABEI, Cronache ... , in C. CIAVARINI, a c. di, Collezione ... , cit., pp. 208-210.
(56) G. P. MONTANI, Annali ... , cit., p. 189.
(57) Regesta Firmana, in G. DE MINICIS, a c. di, Cronache ... , op. cit.: "1262. 281. IADRA Instrumentum mandati procurae, facti per universitatem et communa Iadrae, in personam Iohannis de Cernuco (sic) civis dicti loci ad, nomine ipsius communis, ratificandam et ratificari faciendam pacem eidem communi Firmi per dominum Micham sindicum dicti communis Iadrae, sindico et communi civitatis Firmanae factam, occasione cuiusdam combustionis navis Mathei Buiae, et aliorum damnorum receptorum ab hominibus communis Firmi; sub anno Domini 1262; rogato Marco Pistello notario" (p. 425);
"1263. 289 IADRA ET FIRMUM Instrumentum ratificationis et approbationis pacis et concordiae, olim factae per dominum Micham sindicum et ambasciatorem communis Iadrae, de combustione navis Matthei Buge, ac de damnis habitis et receptis ab eodem, ac etiam de morte secuta quondam Andreae civis Iadrae, sindico commuis Firmi, nomine et vice dicti commnis, ac demum rattificatae per dominum Iohannem de Carnico (sic), civem Iadrae et procuratorem dictae civitatis, ac etiam domini Friderici Iustiniani; prout de ratificatione huiusmodi latius constat in supradicto instrumento, facto sub anno Domini 1263; rogato Nicolicto Benvenuti" (p. 427);
"1264. 292 FIRMUM Privilegium exemptionis, factae per Manfredum Sicilia Regem hominibus et mercatoribus civitatis Firmanae, ut possint intrare regnum cum rebus et mercimoniis suis et exercere mercaturam, et ab inde, per mare et per terram, redire ad civitatem cum dictis rebus absque nullo onere, datio et gabella; datum sub anno Domini 1264, regni eius anno septimo" (p. 428);
"1265. 297. Firmum, seu Ancona Instrumentum mandati procurae, facti per universitatem, commune et homines civitatis Anconae, in personam Lucae laurentii de Ancona ad, dicti communis nomine, faciendo sindico communis Firmi, et pro eo hominibus dictae civitatis Firmi finem, qiuetationem et pactum de ulterius non petendo librarum DC, quas dictum commune Firmi tenebatur dare hominibus et civitati Anconae, pro restauratione quarundam bestiarum, mercatoribus Anconitanis prope Portum Sancti Georgii, in riva et districtu Firmi, ablatarum; prout latius in dicto quietationis instrumento; factum sub anno Domini 1265; rogato Iohanne de Capitellis notario" (p. 429);
(58) SASF, Libro dei Malefici., c. 79r.
(60) ASAP, Archivio anzianale, pergamena.
(61) SASF, Lettere spedite, VIII Luglio 1491, c. senza numero.
(62) SASF, Lettere spedite 2.7.1492, c. 163v e ss. In altra lettera indirizzata a Venezia, che ha fatto delle rimostranze, si legge: "(...) havete informatione come in lo estremo di septembre fo presso al porto de San Lepidio de nostra è presa una barcha dove erano armi et alcune altre robbe de mercantia e spetiaria da alcuni del nostro castel del Porto li quali in numero circha venti si la hanno in fra loro partite et trablazate. Queste erano di uno merciario lombardo che sta continuo in Ascoli e di un Niccolò de Ser Marino di Montelparo il quale ha tolto donna di Asculo, lì fa la spetiaria et habita. La preda è stata iusta et de comessione generale de Mons. el Locotenente ..."(cfr. SASF, Lettere spedite post c. 163v).
(60) Arch. arcivescovile di Spalato, Inventario del 13.10.1841 Ignatius L. B. de Reinhart, IV 124 (ante 1230), n° Inventario 671 n° 8 (Pirati di Almissa), segnalazione del prof. Slavko Kovacic a proposito della persistenza fino al '700 della tradizione di effettuare processioni di ringraziamento per il cessato pericolo, in occasione della ricorrenza dell'evento citato.
(63) SASF, Lettere spedite, cc. 104v-107r.
(64) SASF, Libro Cernite Marini, c. 106v.
(65) SASF, Cernite e bastardelli, vol. 45 (1551-1552), c. 1090v ss.
(66) SASF, Cernite e bastardelli, vol. 46 (1532-153), c. 306.
(67) SASF, ib., c. 108.
(68) SASF, Libri dei malefici, c. 121v-122r.
(69) Bibl. Com. di Jesi, fondo Azzolino, b. 235.
(70) Si citano soltanto: S. PAGANO, L'Archivio dell'Arciconfraternita del Gonfalone. Cenni storici e inventario, Città del Vaticano 1990, testo di grande utilità per indirizzare ricerche in tale settore; V. PAGLIA, "La Pietà dei Carcerati". Confraternite e società a Roma nei secoli XVI-XVIII, Roma 1980. Grosse somme venivano impiegate per il riscatto degli schiavi, come risulta da un carteggio conservato all'ASR, Commissariato R.C.A., b. 472, cc. 965-970: il Vicario Generale della Provincia d'Italia e Sicilia del Real Ordine della Madonna della Mercede, a fine '600, fa presente di avere a disposizione 40.000-50.000 scudi e chiede che gli si concedano anche i fondi giacenti presso la SS.ma Trinità dei Pellegrini di Roma (20.000 scudi circa) e presso l'Arciconfraternita del Gonfalone (3213 scudi).
(71) SASF, Libro Cernite Marini, c. 115r.
(72) Cfr. in merito: W.H. RUDT DE COLLEMBERG, Esclavage et rançons des chrétiens en Méditerranée (1570-1600), Paris 1987, ricco di notizie interessantissime. L'autore rivendica a sé il vanto di avere per primo studiato tali carte, ma già quarant'anni prima altro studioso (M. Mercati) aveva trattato la materia. A seguito della consultazione diretta di una piccola parte dei fondi citati da questi autori è emerso che, purtroppo, poche notizie particolareggiate sulle modalità della cattura di individui provenienti dal Piceno sono desumibili da tali incartamenti.
(73) M. GABRIELE, Presentazione del Seminario, in ISTITUTO DI RICERCA DELLE FONTI PER LA STORIA DELLA MARINERIA PICENA, Atti ... , cit., p. 26.
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