Un contributo per salvare la memoria storica di Grottammare
Lettera aperta al Presidente dell'Archeoclub
(L’Arancio n. 10, Natale 1993, pp. 12-14)
Caro Presidente
Colgo l'occasione della pubblicazione su L'Arancio di luglio 1993 di un Suo scritto per la salvaguardia di alcuni edifici cittadini, che pone le premesse per una feconda trattazione del problema nello spirito che anima la nostra associazione.
In un volume, che raccoglie molte delle testimonianze finora apparse su Grottammare, ho illustrato la genesi, a partire dal 1779, ed il lento e difficile progresso dell'opera di costruzione del nuovo incasato, avvalendomi di documenti rintracciati nei fondi dell'Archivio di Stato di Roma (poi ASR).
Alcune delle carte ivi contenute rappresentano una chiave di lettura ideale per quanto riguarda un aspetto particolare dell'architettura cittadina che, seppure definibile minore, non è per ciò privo d'interesse.
Prima di affrontare il tema è necessario ricordare date ed eventi fondamentali:
- 25 gennaio 1779: una frana di rilevante importanza fa crollare o danneggia varie case del paese alto, lungo l'attuale via Fraccagnani;
- 30 novembre 1779: Pio VI emana il chirografo per la costruzione del nuovo paese, destinando a tale scopo 3.000 scudi, cioè circa 90 milioni di lire attuali. L'architetto Pietro Augustoni viene incaricato di disegnare il piano di costruzione e di sovrintendere ai lavori. Vengono concesse provvidenze a favore dei danneggiati, i quali, oltre ad ottenere un modesto risarcimento, avranno gratuitamente un lotto di terreno purché, dopo aver gettato le fondamenta, completino il fabbricato entro cinque anni;
- il criterio base del piano viene illustrato dall'autore in varie relazioni. Si stralciano alcuni passi significativi da quella del 4 agosto 1783: «(...) quattro sono le file, o linee dell'Incasato, due delle quali formano i lati della via Lauretana, e due si estendono sotto la medesima verso la spiaggia del mare, che formano altre due grandiose strade in linea retta (...) fu prescritto alli concessionarj di dover fare su le due linee della strada maestra [che è la via Lauretana] le Fabbriche a tre piani, compreso il piano Terra (...) Nelle due file poi verso la spiaggia, non fu prescritto alli concessionarj il preciso numero di piani, ma solamente di stare nelle linee, e profili, che gli venissero da me fissate per la simetria, e rettitudine delle strade conforme porta il disegno (...) Rispetto all'altezza, tutti anno fabbricato a due piani, e ad una uguale altezza, solamente ho trovato, che il concessionario Serafino Marconi ha elevato la mettà della sua Fabbricha con un terzo piano nella seconda fila, formando un mezzanino, che varia dalle Fabbriche palmi quattro più in altezza (...)» (circa un metro, poiché 1 palmo romano equivale a 0,2234 m.).
Si può quindi affermare che:
- la strada principale è la via Lauretana, o Aprutina (l'attuale SS 16), sulla quale è consentito edificare case con due piani sovrastanti il pianoterra;
- sulle file che delimitano via S. Pio V (ora via Cairoli) vengono elevate case ad un solo piano oltre il pianoterra, con una sola eccezione.
Una pianta di Giuseppe Maria Bruni, del 1829, ed altre due coeve di Costantino Agnelli, tutte conservata all'ASR, permettono di conoscere lo stato di avanzamento delle costruzioni a quella data ed i nominativi di alcuni proprietari di una estesa parte della zona settentrionale del nuovo incasato, v. tavv. 1, 2 e 3. Come si vede, molte altre strade si sono aggiunte alle tre iniziali.
Nonostante i cambiamenti di destinazione sicuramente avvenuti già pochi anni dopo la compilazione della pianta e che hanno interessato soprattutto le proprietà Comi e Paccaroni, è possibile individuare nel contesto attuale diverse case che, presumibilmente, conservano ancora la
volumetria originale, pur avendo subito evidenti trasformazioni esterne (balconi, intonaci di facciata, finestre, porte, grondaie, tetti, ecc.). Non si può dire nulla, per ora, a proposito degli interni, che non sono stati visitati.
Nella tabella 1 si indicano l'ubicazione delle case fotografate e, se rintracciati, il lotto corrispondente ed il proprietario del 1829
Nelle figure 1-9 si riportano le fotografie di alcuni edifici costruiti lungo via Cairoli e strade adiacenti.
Nelle figure 10-13 si propongono le riproduzioni di alcune vecchie cartoline che ci conducono indietro di 80-90 anni circa.
Nelle figure 14-15 sono riportate le foto di due case affacciate sulla via Lauretana, direttamente o al di là di un giardino: casa Fenili (poi Salvi e Sparvieri) e casa Speranza (ora Hotel Sirena).
Nelle figure 16-26 si riproducono invece le foto di case costruite in zona al di fuori di quella delineata da G. M. Bruni, ma che presentano caratteristiche simili a quelle della prima generazione.
Le fotografie sono state scattate da un operatore molto noto e qualificato, il sig. Adriano Cellini, cui va la nostra più viva gratitudine. Nel corso del rilievo è stato notato ed apprezzato il vivo interesse di alcune persone, che hanno spontaneamente fornito interessanti informazioni.
La documentazione presentata in questa sede può costituire un'utile base per ricostruire le vicende dei singoli edifici: avvicendamento della proprietà, modifiche apportate nel corso del tempo, disegni, fotografie, particolari costruttivi. Può anche fornire un ausilio stimolante per la creazione della memoria storica collettiva ed individuale.
Ci si augura che la pubblicazione di questa lettera sul periodico dell'Archeoclub possa favorire l'arricchimento del quadro, per il momento necessariamente ridotto all'essenziale. Il successo dell'iniziativa, comunque, è legato al coinvolgimento nell'operazione dei cittadini di Grottammare che abbiano interessi in materia.
I risultati dell'indagine potrebbero essere sfruttati dall'Amministrazione comunale per avviare una concreta politica di salvaguardia e conservazione di questi edifici (ma anche di altri) e la ricomposizione, sia pure parziale, dell'inconsistente archivio dell'ufficio tecnico municipale nell'ambito di un programma di creazione e valorizzazione di indispensabili presidi culturali (deposito antiquario, biblioteca pubblica, archivio storico del comune, ecc.), richiesti già da molti anni dalla popolazione e dall'Archeoclub.
Si ritiene che una rigida azione conservatrice delle case nella conformazione attuale non troverebbe sufficienti ragioni giustificative, poiché la maggior parte delle costruzioni in argomento, sorta tra il 1779 ed il 1830, è irrimediabilmente perduta.
Ciò costituisce motivo di profondo rimpianto, se si considera la soddisfacente situazione urbanistica di Castel Clementino (Servigliano), ricostruito pochi anni prima di Grottammare, o ancor più, fatte le debite proporzioni, l'invidiabile assetto della Függerei di Augsburg.
Oggi però non è sostenibile l'imposizione agli attuali proprietari di vincoli onerosi e di gravi sacrifici, dopo aver finora concesso ampia libertà di eseguire trasformazioni a quanti hanno voluto alterare profondamente il tessuto urbano originario, con gli sconvolgenti risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Deve essere invece posto allo studio un programma di recupero e conservazione degli aspetti caratteristici delle case, non trascurando di segnalare la consistenza edilizia più degna di nota alle facoltà di architettura regionali e nazionali, alcune delle quali già hanno iniziato studi di edifici significativi del Piceno risalenti a varie epoche: ville, palazzi comunali, abitazioni patrizie.
Si dovrebbe anche pensare di concedere adeguati benefici, come l'esenzione totale o parziale da ISI, ICI ed altre tasse ordinarie o straordinarie, l'assegnazione di qualifica di edifici d'interesse storico, l'organizzazione di convegni, dibattiti e mostre fotografiche con proventi a favore dei proprietari ecc.
Si ritiene superfluo sottolineare i vantaggi che una politica culturale del genere potrebbe arrecare al turismo, tenuto conto che gran parte dei graditi ospiti estivi è costituita da frequentatori, da lungo tempo affezionati al paese e che, in questi ultimi anni, hanno subito parecchie delusioni per la scarsa attenzione dedicata dalle autorità a servizi essenziali: igiene delle strade, delle pinete, dei giardini pubblici e della spiaggia; iniziative culturali estive a favore quasi esclusivo delle fasce di turisti più giovani; ecc.
Un'ultima osservazione. Da luglio L'Arancio propone ai grottammaresi la rilettura delle memorie storiche di G. B. Mascaretti. La casa dove egli abitò a lungo è in via Cairoli 108, in un sito che nel 1829 era posseduto da Raffaele Comi, ed è tuttora abitata dagli eredi. Da passate esperienze sembrerebbe che Grottammare non sia molto propensa ad apporre o conservare lapidi commemorative. Il canonico Mascaretti è stato uno dei primi storici di Grottammare ed a lui dobbiamo la conoscenza di molte notizie che, in mancanza dei suoi scritti, oggi avremmo ignorato. Non sarebbe il caso di fare un'eccezione e dedicargli una scritta sulla dimora che lo ospitò ?
Invito nuovamente i lettori a fornire un aiuto concreto per "inventariare" gli edifici, degni di memoria, illustrati nelle foto: è sufficiente compilare la scheda di censimento, riportata in fondo al testo, relativa alla casa di proprio interesse ed inviarla alla sede dell'Archeoclub.
La ringrazio dell'attenzione e dell'ospitalità concessami.
Voglia gradire i miei più cordiali saluti.
Alberto SILVESTRO
BIBLIOGRAFIA
- A. SILVESTRO, Cartografia ed iconografia di Grottammare. Appunti sulla nascita del nuovo Incasato, in V. RIVOSECCHI, a c. di, Grottammare. Scritti vari, Grottammare 1993.
- A. SILVESTRO, Viabilità d'altri tempi nel Fermano. La via Lauretana nel XVIII secolo (conferenza tenuta all'UTEFE il 25 marzo 1993).
- M. PETRELLI, Venetem'à vved‚ amò dduastinghe, Grottammare 15.9.1988.
Scheda di censimento
1 - Descrizione ed ubicazione della casa sita in via - corrispondente al lotto n° - della pianta 1829
2 - Proprietario attuale
3 - Proprietari precedenti
4 - Inquilino attuale
5 - Inquilini precedenti
6 - Eventuale esistenza di: vecchie fotografie, cartoline postali, disegni, documenti, licenze edilizie, contratti, decorazioni pittoriche, relazioni, pubblicazioni, altro materiale documentario
7 - Composizione della casa: numero piani; numero vani; tipo di struttura: pietra, mattoni, mista canne fumarie, comignoli, tetto, tipo soffitte, mansarde, cantine, grotte.
Elenco delle illustrazioni
- Tav. 1: Tipo dimostrativo, porzione del nuovo Incasato di Grottammare Delegazione di Fermo, di Giuseppe Maria Bruni perito agrimensore (ASR, Buongoverno, s. XI, b. 417)
- Tav. 2: Pianta del Nuovo Incasato nella Marina di Grottammare elevata (...) dall'ing. Costantino Agnelli (ASR, Buongoverno, s. XI, b. 417)
- Tav. 3: Pianta del Nuovo Incasato di Grottammare rilevata a richiesta del Nobil Uomo Sig. Raffaele Comi (...) dall'ing. Costantino Agnelli (ASR, Buongoverno, s. XI, b. 417)
Si ringrazia la Direzione dell'Archivio di Stato di Roma per aver permesso la riproduzione di documenti di sua proprietà (autorizzazione n° /1993)
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