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I LIEVITI NEL VINO
I lieviti giungono sul grappolo d'uva dal terreno, con la pioggia e le correnti d'aria oppure trasportati dagli insetti. Inizialmente, quando l'uva è acerba, il loro numero è basso, ma aumenta notevolmente con il procedere della maturazione. I primi a svilupparsi durante la fermentazione sono i lieviti cosiddetti "apiculati", appartenenti ai generi Kloechera e Hanseniaspora, essi tuttavia portano avanti il processo fermentativo solo per breve tempo, arrivando a produrre fino al 5% di alcol. Successivamente si ha il prevalere delle specie appartenenti al genere Saccharomyces, più resistenti all'alcol, che portano a termine la fermentazione. La specie più importante è Saccharomyces cerevisiae, var. ellipsoideus, accanto alla quale sono state spesso riscontrate altre specie: Saccharomyces oviformis, Saccharomyces chevalieri, Saccharomyces uvarum e altre.
Caratteristiche comuni di questi lieviti sono generalmente la notevole capacità alcoligena e la buona resistenza all'alcol e all'anidride solforosa. L'optimum della loro attività si realizza sui 20-25°C di temperatura con un pH compreso tra 4.5 e 6.
E' necessaria una sufficiente presenza di sostanze azotate; la concentrazione ideale di zucchero si aggira attorno al 25%, mentre concentrazioni in alcol superiori al 17-20%
bloccano la fermentazione. Fattori che favoriscono la fermentazione sono la presenza di piccole quantità di sali alcalini(potassio in particolare), e di fosfati. Per ottenere una buona riuscita della fermentazione, è buona norma "guidarla" con un innesto dei lieviti più attivi(lieviti selezionati oppure associazioni controllate).
IL MOSTO
La composizione del mosto ottenuto dalla pigiatura delle uve determina le caratteristiche del prodotto finito. In media il mosto è costituito dal 70-80% di acqua, dal 15.30% di zuccheri e dallo 0.5-1.5% di acidi organici (costituiti essenzialmente di acido tartarico, acido malico e, in quantità inferiore, acido citrico). Sono poi presenti molti altri componenti minori quali, tannini, vitamine, sostanze proteiche ecc.
L'acidità del mosto infuenza le qualità organolettiche del vino. E' importante garantire al mosto una certa acidità in quanto gli acidi conferiscono freschezza e carattere dissetante, inoltre aumentano la resistenza alle alterazioni e alle ossidazioni e, infine, migliorano l'andamento della fermentazione in quanto inibiscono la flora batterica non desiderata.
La frazione zuccherina del mosto è costituita da parti quasi uguali di glucosio e fruttosio, monosaccaridi fermentescibili, che vengono trasformati in alcol etilico con liberazione di anidride carbonica ad opera dei microrganismi fermentati. Maggiore è la concentrazione zuccherina del mosto, più elevata sarà la produzione di alcol.
Tra i componenti minori del mosto, ricordiamo i più importanti:
composti fenolici: che provengono dai raspi, dai vinaccioli e dalle buccie e conferiscono colori e sapori particolari ai vini (antociani, flavoni,tannini).
sostanze azotate: importanti per la crescita della flora microbica, sono necessarie per il buon andamento della fermentazione.
vitamine e sali minerali: nel mosto sono presenti vitamina A, e vitamine idrosolubili soprattutto B1, B2, B6, C.
I sali minerali possono influenzare le caratteristiche di sapidità e la limpidezza del vino; i più rappresentati sono il potassio, il calcio, il magnesio, il ferro, il rame e lo zinco. Il piombo è presente come impurezza.
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