SALVATO un cucciolo di FAINA



che fame !

ruttino ! scusate

pancia piena !

voglio il caffè !

pisolino !

spegnete la luceee !

grazie di tutto !

Il Paradiso è qui,
a Grottammare!

Mi sono salvato grazie alla sensibilità e la tenerezza di:
Marco (colui che mi ha trovato),
Lillo, Matilde, Ugo, Marilde
(coloro ch mi hanno sfamato ed accudito),
la Polizia Forestale di Ascoli
che mi ha trasferito in un centro di svezzamento di Pescara.
Oggi vivo libero nel Parco Nazionale d'Abruzzo !!


La Faina (notizie)
Tra i mammiferi selvatici italiani, la faina è insieme alla volpe quello che ha acquisito la maggiore consuetudine con l'uomo. Sembra anzi che sia giunta in Europa dal Medio Oriente proprio al seguito dell'uomo, al quale fin da tempi immemorabili ha sempre depredato pollai e conigliere. Intelligente, curiosa, di abitudini più che altro notturne, la faina è molto simile alla martora, anch'essa marrone, dalla quale si può distinguere per la macchia sotto la gola, che è bianca e divisa al centro, mentre è giallastra e unica nell'altro mustelide. La faina vive in genere ai margini dei boschi, nei burroni, nelle cave, spesso anche nei campi e nei vigneti o addirittura nei parchi cittadini, dalla pianura fino alla media montagna.
Dalla sua tana ricavata in un albero cavo, in un anfratto roccioso o nella buca scavata da qualche altro animale esce al crepuscolo per cercare il cibo, percorrendo fino a 8-10 chilometri per notte. Al contrario di quasi tutti gli altri Carnivori, le piccole faine non imparano dalla madre quale cibi devono o possono mangiare. Assaggiano un pò di tutto, e imparano per tentativi ed errori. La dieta è comunque molto ampia. La faina è cacciatrice, e si arrampica sugli alberi per catturare scoiattoli o nidiate di uccelli, oppure rincorre a terra topi e altri piccoli roditori. Non disdegna però anche uova - di cui è ghiottissima - rettili, grossi insetti e frutti. In genere le prede non sono consumate sul posto, ma vengono portate alla tana, dove la faina costituisce vere e proprie "dispense".
A parte l'uomo, che ha sempre cacciato la faina per la sua pelliccia, i nemici naturali di questo mustelide sono rapaci come la poiana, l'astore e il gufo, mentre i piccoli sono esposti agli assalti anche di volpi e gatti selvatici. A dispetto di tutto però la faina in Italia come negli altri paesi auropei non corre alcun pericolo, e si è anzi moltiplicata colonizzando con successo anche le periferie urbane.


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