L’intervento del Sindaco di Grottammare sulla spinosa vicenda della
Fondazione “Costante Maria”, lungi dal confutare le mie argomentazioni, contiene
una (suppongo involontaria) conferma di quanto ho recentemente sostenuto nella
mia interrogazione al Presidente della Giunta Regionale D’Ambrosio. Merli
giustamente ricorda che la Legge “Crispi” che regola le cosiddette IPAB è la n.
6972 del 17-7-1890. Una normativa dunque posteriore alla data di costituzione
della opera pia “Costante Maria”, avvenuta con Regio Decreto del 27 maggio 1880.
Ne deriva che quello grottammarese è un Ente Morale e non un’Istituzione
Pubblica di Assistenza e Beneficenza.
Le I.P.A.B. sono solo quegli enti che, costituiti dopo la legge del
17-7-1890 n.6972, sono successivamente rientrati nella competenza delle Regioni.
E proprio per questo neanche le leggi del fascismo (RD n.2841/1923 e
L.n.847/1937) riuscirono a modificare lo statuto della “Costante Maria”, un ente
che trova la propria fonte giuridicamente vincolante ed insuperabile nelle
volontà testamentarie del sig. Ottaviani. In sostanza solo D’Ambrosio è
riuscito a fare (con un proprio decreto di trasformazione del 17 maggio 1999)
ciò che neppure al Duce fu possibile. Ma quello della Regione è stato un
mero errore di interpretazione giuridica o qualcosa di altro ?
L’interrogativo è d’obbligo e (e assume quasi i contorni di un giallo )
viste le forti anomalie della procedura, adottata dall’Opera Pia e
avallata dal Consiglio Comunale di Grottammare, per la richiesta di
trasformazione. Alla Regione in effetti è stato trasmesso, per i necessari
raffronti, un testo dello statuto previgente che contiene la menzione di una
legge posteriore alla Legge “Crispi” (quella del 3 agosto 1892) in realtà
inesistente !
La Regione Marche, dunque, ha istituito un istruttoria sulla base di un
documento che non aveva la data originale vera. Il Presidente della
Regione Marche ha decretato un cambiamento di statuto, invocando l’art. 70 della
Legge Crispi, su una data non vera ed è grave, in questo senso, che a
nulla siano valsi gli sforzi dall’associazione dei Grottammaresi che pure
ha avvertito D’ambrosio dell’errore commesso con una nota racc. A/R del 16
giugno 2000. Sarei curioso di conoscere l’opinione di Merli in proposito, senza
che il sindaco di Grottammare si dichiari meravigliato del perché il
sottoscritto lo continui a chiamare in causa.
Ricordo a Merli che è stato il Comune di Grottammare (il Sindaco era
l’attuale Presidente della Provincia Rossi) ad avallare la richiesta di modifica
dello statuto attraverso la delibera di consiglio comunale del 16 novembre 1998
n° 94. E se non fosse sufficiente gli ricordo anche che fino al 1999 ogni
Bilancio dell’opera Pia è stato avallato proprio dal Comune che Merli oggi
guida.
Non è forse sufficiente?
*consigliere regionale AN