Immobili per milioni di euro siti nel Comune di Grottammare sarebbero stati
lasciati in eredità al Comune di San Benedetto dall’avv. Giuseppe Ottaviani. Una
questione non certo recente, dal momento che il testamento sarebbe stato redatto
nel 1866, con la clausola di destinare gli immobili (tra gli altri, Palazzo
Sgariglia al paese alto e l’attuale sede dell’ufficio anagrafe e
dell’assessorato alla cultura, di fronte al Municipio) alla “Pia Istituzione
Costante Maria” per la scuola delle fanciulle povere di Grottammare. In
subordine al Comune di San Benedetto.
La questione è stata sollevata dal prof. Pier Luigi Mecozzi tramite un
esposto protocollato al Comune di San Benedetto il 2 novembre scorso (protocollo
n. 55616) e viene oggi rilanciata dal capogruppo di Forza Italia Augusto
Evangelisti, il quale ha indirizzato un’interpellanza al sindaco Martinelli e al
presidente del consiglio Giorgio De Vecchis per chiedere un esame della vicenda
in commissione bilancio e patrimonio.
Per dirimere la questione Evangelisti chiede l’acquisizione del
testamento stesso. Nel frattempo il capogruppo riferisce (anche tramite propri
appunti, sebbene non firmati) alcuni passaggi che sarebbero stati ricostruiti
dal Mecozzi nella sua lettera. Mecozzi-Evangelisti ipotizzano alcune
irregolarità da parte dell’amministrazione di Grottammare. Nel 1976 sarebbero
venuti a mancare gli scopi della “Pia Istituzione” (verosimilmente per mancanza
di fanciulle povere). A quel punto i beni sarebbero diventati proprietà del
Comune di San Benedetto.
“Secondo lo scrivente prof. Pier Luigi Mecozzi – si legge nella nota di
Evangelisti – l’amministrazione di Grottammare guidata dal sindaco Massimo Rossi
iniziava ad interessarsi sembra in maniera del tutto illegittima chiedendo alla
Regione Marche un parere in ordine alla trasformazione del fine istituzionale,
parere che non poteva aversi per precisa volontà testamentaria dello steso de
cuius (avv. Giuseppe Ottaviani).”
La trasformazione del fine istituzionale della fondazione sarebbe
stata perfezionata con DP n. 63 del 07/05/99. La decisione di espropriare i beni
sarebbe stata presa, invece, con tre delibere consiliari, tra il 1994 e il 1995.
Anche l’“Associazione Grottammaresi”, secondo Mecozzi-Evangelisti, avrebbe fatto
un tale esposto alla Procura di Fermo nel 2000: sembra senza mai ricevere
riscontro.
“Queste questioni di proprietà mediante eredità – conclude
Evangelisti – andrebbero verificate accuratamente. Si dice anche che la Sentina
sia prevalentemente di proprietà del Comune di Ascoli. Ma sarà
vero?”