In un corposo articolo scritto da Walter Ferri e pubblicato il mese scorso su questo mensile, non solo leggo una serie di sciocchezze storiche ma, ancora una volta, tanto per non cambiare, un’illecita appropriazione di memorie documentarie appartenenti alla storia di Grottammare; ma veniamo al dunque.
Il 3 dicembre scorso, un gruppetto di ricercatori maranesi capitanati dal prof. Vermiglio Ricci e da Giovanni Ciarrocchi si è recato a Termoli per presiedere la conferenza “San Basso fra Cupra Marittima e Termoli”. Scopo del convegno, come evidenzia l’articolo del Ferri, è stato quello di dimostrare ai termolesi che il corpo custodito nella chiesa di San Basso di Cupra-Marano, altri non è che quello del vescovo e martire Basso da Nizza, trasportato nella cittadina marchigiana da marinai nizzardi nell’alto medioevo (sic!!); mentre lo scheletro custodito nella cattedrale di Termoli (rinvenuto nella stessa nel 1760 con tanto di sarcofago altomedievale ed antiche iscrizioni inneggianti il santo) sarebbe, sempre secondo l’articolista, una reliquia anonima a cui “…rimane da indagare sulla provenienza e appartenenza della persona” (sic!!!). Comunque qui, come ha già scritto frà Cipriano nella sua VII opposizione (vedi il volume “Grottammare e il Cuprae Fanum”), non si ha intenzione di dimostrare se il presunto corpo custodito a Cupra-Marano sia o no quello di Basso da Nizza, piuttosto si vuole sottolineare l’insistenza da parte di alcuni “storici” nell’usare fonti anomale prive di attendibilità storica, e cito lo stesso Ciarrocchi, il quale, nel suo “articolato intervento” declamato al convegno, ha riproposto alcune fantasie narrate dal Mostardi nel 1962, prive appunto di riscontri documentari. Riguardo al documento del 1225 citato dal Ferri, gli ricordo che quel contratto commerciale stilato tra i fermani e i termolesi si riferisce ai porti e alle marinerie di Grottammare e San Giorgio, e non a quella di Marano, forse all’epoca inesistente: “…item conventum est inter eos quod nullum portum Termulenses faciant a Trunto usque Potentiam, nisi in Gruptis et in Sancto Georgeo…”; e tutto ciò penso che basti.
Per quanto riguarda l’articolo pubblicato a pag. 4 dello stesso mensile, “l’Oroscopo per Cupra”, quello che profetizza catastrofi e sciagure che si abbatteranno in un prossimo futuro su Cupra Marittima, i firmatari dell’articolo possono restare sicuramente tranquilli almeno su due punti:
1°) - Grottammare non vuole il “corpo” di San Basso da Nizza, esso è estraneo alla sua tradizione, sono più che sufficienti le due tombe esistenti, cioè quella di Termoli e quella di Cupra-Marano; non vogliamo la terza.
2°) - Grottammare non rivendica di essere la Cupra Maritima romana, almeno fin quando non si avranno prove o dati certi (a differenza di alcuni che hanno scritto ed illustrato la storia di Cupra-Marano basandosi esclusivamente sulle favole).
Per concludere, sarebbe opportuno che i ricercatori di Marano si occupassero di cose reali, come la stessa antica chiesa di San Basso alla Civita, la quale è stata messa in vendita come un anonimo appartamento.
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