Gli scogli di Sisto V

Non sempre i tecnici, chiamati a risolvere un problema con sottofondo scientifico, si prendono cura di considerare i valori storici e culturali di costruzioni destinate ad essere spazzate via per essere sostituite da altre. Un caso del genere si è presentato recentemente a Grottammare, con l’eliminazione degli scogli detti di Sisto V, sostituiti da una nuova scogliera.
Dopo due secoli di continuo progresso, infatti, la tendenza espansiva del litorale si è invertita. Da parecchi decenni in qua il lido si è ritirato. Di conseguenza sono stati messi in atto diversi provvedimenti che in parte hanno migliorato la situazione.
Ragion per cui, dopo avere svolto la loro funzione per parecchi anni, quasi tutti i pennelli di scogli disposti perpendicolarmente alla battigia dall’altezza dell’Hotel Silvia fin oltre il Tesino sono stati eliminati, non però quello più settentrionale.
Ora anche questo è sparito. Infatti anni fa è stato impostato un nuovo piano di difesa della spiaggia. Le scogliere soffolte sono state considerate insufficienti a bloccare l’azione erosiva e sono state portate al di sopra del livello del mare e arricchite di una notevole quantità di massi: nel nostro caso, dovrebbero essere in grado, se le previsioni fossero confermate, di arrestare l’erosione della sabbia dal lido di Grottammare.
Di tutto questo l’uomo della strada si è avveduto in parte. Forse ha approvato l’irrobustimento delle scogliere. Quando però le ruspe hanno rimosso gli antichi scogli, si è reso conto che portavano via non solo pietre ma squarci di storia paesana e di ricordi di migliaia di persone. Era proprio necessario uno scempio simile ?
Giorni fa l’amico Pigi Fonzi ha dedicato un suo scritto commovente alla «Filarella» rammentando fatti e personaggi anche a me noti. Perciò ritengo inutile abbandonarmi alla rivisitazione della memoria.
L’immagine di Grottammare da una diecina di anni è notevolmente migliorata per quanto riguarda sia il vecchio sia il nuovo Incasato. Il rispetto e il recupero del passato sono stati quasi sempre coniugati con la razionalità e l’efficacia degli interventi eseguiti.
Questa volta le cose non sono andate così.
Porsi il perché adesso, oltre a essere tardivo, potrebbe essere anche controproducente.
Se sfogliassimo le innumerevoli carte e i tanti disegni tramandatici dagli antenati, vi troveremmo che quel braccio di scogli, che una volta faceva capo ai due Sassi di San Nicola distrutti un secolo e mezzo fa per la costruzione della ferrovia, vi appare spesso. Come per eternare la sua esistenza nonostante tutte le avversità.
Ma quanti di noi hanno il desiderio, la capacità e la possibilità di dedicarsi a una ricerca in tanti archivi e biblioteche non solo a Grottammare, ma in tutte le Marche e a Roma in particolare ? Senza tralasciare le località di tutto il mondo in cui i naviganti grottesi (non dimentichiamo che allora Grottammare - anzi Grottamare – veniva spesso chiamata Le Grotte, da cui grottesi, termine ormai messo in disparte) arrivavano con i loro legni, spesso partiti da quella insenatura sotto il paese difesa proprio dagli scogli di cui ci occupiamo.
Ben pochi, credo.
Facciamo quindi qualcosa non per sanare l’irreparabile danno, ma per lasciare a chi verrà dopo di noi il ricordo della scogliera scomparsa.
Oltre al solido e incancellabile cartello con notizie e immagini da porre in quella zona, come ha auspicato Lillo Olivieri, le stesse notizie su altro supporto appropriato andrebbero collocate nei luoghi dedicati alla cultura locale (biblioteca comunale, archivio storico comunale, istituti scolastici, musei, sale conferenze, ecc.) e nello stesso palazzo municipale. Si potrebbe pensare, in questo caso, di porle nei pressi della sala consiliare e/o dell’ufficio del sindaco.
Credo fermamente che non sia accettabile cancellare del tutto dalla memoria nostra e dei nostri eredi che Grottammare aveva un’antica scogliera, legata in qualche modo al ricordo del più grande dei suoi figli, papa Sisto V.

Alberto Silvestro, martedì 2 gennaio 2007

Torna alla pagina precedente